È passato solo qualche mese dal monitoraggio di Amedeo palmo a palmo, quartiere per quartiere, isolato per isolato, per prendere appunti su quali fossero i lumini da rafforzare e/ o sostituire. Ma a parte qualche faretto qua e là, non sappiamo se iniziativa di privati o frutto del monitoraggio con lampada ad olio o lanterna. Sembra davvero un segno dei tempi: partimmo con le lampade a olio, poi arrivammo alla luce elettrica ed allo splendore della nostra Amet, e sottolineo “nostra”. Ora il tramonto di Amet ed il suo progressivo ridimensionamento coincide con il ritorno ai lumini, alla penombra, al led che doveva sembrare imposto come veicolo di risparmio ma, nella misura in cui è stato adottato a Trani, coincide a sua volta con un buio diffuso in molte zone, importanti e secondarie della città.
Per questo invito tutti i cittadini tranesi ad investire in luminarie di Natale in modo abbondante, smodato, “lasvegasiano” oserei dire, in linea, tra l’altro, con alcune luminarie viste in questi anni, in occasione di talune festività. Sarebbe una forma di protesta non violenta, colorata, rivoluzionaria, da “figli dei fiori”, anzi figli delle luci, figli delle stelle…
“Se volete giocare al calcio, andate a San Siro”, gridò Monciccí davanti ad un interdetto, quasi sgomento, Roberto Straniero, qualche mese fa. Nel suo inconscio Amedeo Monciccí voleva evocare le “Luci a San Siro”, quelle che non abbiamo più a Trani. “Chi ve stra viv!”





































