Non saremo ai livelli delle storie degne di “Romanzo Criminale”, con le “prodezze” della famigerata banda della Magliana negli anni 70, ma poco ci manca. È un mosaico inquietante quello che si va componendo agli occhi dei tranesi. Con varie sfaccettature e varie sfumature di “grigio scuro”, tendente al nero, inteso come fatti di cronaca nera, sempre più nera collegata alla realtà contemporanea di una città come Trani che appare immersa in un caos “delinquenziale”.
La rissa in piazza Longobardi, che News 24 City ha per prima raccontato ieri, è solo l’ultima di una serie inquietante di episodi che rivelano varie matrici, dalla piccola alla grande delinquenza, passando pure per gli episodi di bullismo di strada, con aggressioni e furti da parte di piccole bande contro ragazzi inermi.
Sullo sfondo, come ricordava ieri il nostro direttore Stefano Massaro, gli incendi ai locali e la sparatoria all’alba nei pressi di un bar in piazza della Repubblica e poi, aggiungo, gli assalti ai bancomat, “,coi saluti”, le corse delle auto e delle moto nelle vie urbane (reato) con disturbo della quiete pubblica (altro colpo alla qualità della vita).
È troppo. È troppo per un luogo come Trani che dovrebbe condurre un tenore di vita da città d’arte, città slow, luogo dell’anima, meta turistica non solo per pensionati a settembre a caccia di prezzi da bassa stagione. Troppe mortificazioni per questa città che appare, ad alti livelli di delinquenza, come “terminale” di altri centri che fanno della malavita il loro fulcro ( altro che città d’arte) ed a livello più basso invece, per poca sorveglianza, impunità, indifferenza, apre “varchi” per le azioni di micro criminalità e bulli, piccoli pesci o ragazzini annoiati. Il ventaglio dell’offerta delinquenziale è ampio e variegato e non può bastare il pellegrinaggio dal Prefetto o le vuote parole sui social da parte dei rappresentanti delle istituzioni, di tanto in tanto. Una classe politica già di per sé incapace e poco competente nel rilancio della Città (figuriamoci), appare a disagio nel farsi sentire nelle sedi competenti non solo nel mantenere ciò che era dovuto ( ogni riferimento alla spoliazione nella Sanità non è puramente casuale), ma nemneno nel garantire un minimo di sicurezza. Per non parlare, come già fatto, della mancanza di strutture sportive che in dieci anni avrebbero potuto tenere impegnati tanti giovani poi dedicatisi alle risse ed alla micro criminalità. Ma questa è un’altra storia. Anzi no, è collegata a tutto il resto. È ora di passare ai fatti, ad una stretta vera e forte, prima che sia troppo tardi.