Il 27 luglio è stata ufficializzata a Nuova Delhi, nell’ambito della 46° sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale, l’iscrizione del sito “Via Appia. Regina Viarum” nella Lista dei beni UNESCO, sessantesimo sito in Italia. Il riconoscimento della Via Appia come bene Unesco va al di là delle sia pure importantissime evidenze archeologiche e tiene conto e testimonia la valenza dei tanti beni storico-artistici, architettonici, paesaggistici e naturalistici, immateriali, presenti, quali segni identitari, lungo l’intero tracciato.
Gli Ordini degli Architetti PPC delle province toccate dal percorso della Via Appia-Traiana (Roma, Latina, Caserta, Benevento, Avellino, Potenza, Matera, Taranto, Brindisi, Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia) hanno inteso costruire una rete attraverso la quale, con voce unica, intervenire per svolgere un ruolo fattivo nella fase che si è aperta, con l’attuazione del piano di gestione presente all’interno del dossier di candidatura, della valorizzazione e della patrimonializzazione dei beni richiamati, degli strumenti informativi sul tracciato e lungo esso, della coniugazione da cercare fra la programmazione riguardante l’Appia e i diversi strumenti urbanistico- territoriali, del turismo, della tutela del paesaggio, della promozione e dei possibili esiti di sviluppo socio-economici dei territori interessati dall’antico tracciato viario, partendo da progetti di restauro e riqualificazione dei tanti beni presenti lungo lo stesso.
«Questo riconoscimento è davvero importante soprattutto perché è una opportunità per sperimentare un lavoro di squadra che abbiamo messo in campo assieme a ben 12 Ordini degli Architetti di altrettante province – ha spiegato il Presidente dell’Ordine BAT Andrea Roselli – Tutti hanno straordinariamente contributo al risultato. Il nostro Ordine ha contribuito in modo decisivo sul tavolo nazionale dopo un lungo lavoro di concertazione per far si che la BAT non fosse esclusa dal progetto come era accaduto inizialmente», ha ricordato l’arch. Andrea Roselli.
«Ora come gruppo di lavoro sulla via Appia a livello nazionale il primo passo, per dare un supporto istituzionale a queste iniziative – spiega Roselli – sarà la richiesta al MIC per la sottoscrizione di un protocollo di intesa».
L’Appia, concepita inizialmente come collegamento rapido di trasporto militare, divenne ben presto via di grandi comunicazioni, fondamentale testa di ponte verso la Grecia e l’Oriente e, man mano che lo Stato romano si estendeva, verso tutti i territori affacciati sul Mediterraneo. Un’opera non solo di rilevante valore architettonico e ingegneristico, ma strumento ineguagliabile di diffusione della civiltà urbana e di inclusione e confronto culturale e sociale fra popolazioni di diversi e lontani luoghi. E la BAT c’è con i comuni di Canosa e Barletta.