Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Raffaella Merra, vicesegretario Azione Trani:

«Il sindaco di Trani Amedeo Bottaro continua a vendere ai privati la città di Trani.
Ieri in consiglio comunale si è consumata l’ennesima triste pagina per la nostra città, la svendita della Darsena, tutto con  l’approvazione dei sui fedeli seguaci.

In qualità di vice segretario di Azione Trani mi chiedo se il primo cittadino sta pensando pure di vendersi la Cattedrale per fare cassa. Non ce ne voglia il Pellegrino. “Tutte, le abbiamo provate tutte” ha detto Bottaro ieri in consiglio comunale , e si è giunti alla conclusione che il comune non è più in grado di gestire il servizio senza un apporto privato in grado di rilanciare la struttura.

Una struttura obsoleta che però caro sindaco poteva oggi essere super moderna con pontili nuovi dotati di servizi e completamente a norma. E il tutto senza esborso di denaro da parte del comune. I costi di gestione pari a 460 mila euro documentati da amet potevano essere coperti da introiti maggiori rispetto alla media di 420 mila euro come lei ha riferito all’assise e a tutti i cittadino tranesi che  rappresenta.

Caro sindaco lei dimentica di non aver voluto trovare in cassa 80 mila euro per dragare il porto. Somma che doveva solo anticipare perché la Regione era pronta a restituirglieli insieme all’intero importo per il completamento del dragaggio stesso. Il progetto finanziato prevedeva anche l’ammodernamento della darsena con la sostituzione di tutti i pontili  (dotati di acqua ed impianti elettrici a norma) e la messa in sicurezza della struttura. Tutto questo fu garantito il 23 ottobre 2019 dal dirigente dell’assessorato ai trasporti della Regione Puglia e responsabile della misura comunitaria del dragaggio, ing. Enrico Campanile.

Al tavolo caro sindaco quel giorno c’era anche lei insieme all’allora assessore ai Lavori Pubblici, ai dirigenti nell’ufficio tecnico del Comune e al progettista dello studio di fattibilità.
Oggi con questa grande opera completata e finanziata interamente dalla Regione Puglia, compreso l’ammodernamento di tutta la darsena, i soli costi di gestione si sarebbero potuti  coprire con gli incassi annuali, visto che il dragaggio avrebbe consentito ad imbarcazioni più grandi di approdare nel nostro porto e di garantire a più imbarcazioni servizi più efficienti evitando così il “fuggi fuggi” verso altri “Bisceglie approdi”. Pertanto se oggi “il sogno di una darsena comunale è infranto”  forse anche lei dovrebbe recitarne il mea culpa.

Come è stato bravo a trovare i soldi per gli affidamenti diretti ad associazioni compiacenti con amministratori-presidenti occulti (pronti come premio perfino a sedersi nella prossima giunta) o 600 mila euro per accontentare l’onnipresente assessore alla disabilità (a nostro avviso incompatibile con questa delega), così poteva trovare i soldi per il dragaggio ed evitare forse oggi la vendita della darsena ai privati. Sindaco, semmai le dovesse venire in mente seriamente di vendersi la Cattedrale, come fece Totò con la fontana di Trevi, la prego di chiamarmi (non mandi il messo), possiamo parlarne».