Home Attualità Allineamenti dei nuovi palazzi in costruzione, Oikos: «Chiediamo di vigiliare»

Allineamenti dei nuovi palazzi in costruzione, Oikos: «Chiediamo di vigiliare»

La nota a firma del presidente dell'associazione, Antonio Carrabba

Il piano urbanistico della nostra città prevede nella maggior parte delle zone residenziali che le nuove costruzioni mantengano una distanza dalle strade pari agli allineamenti esistenti.

Questa regola viene meglio specificata nel Regolamento Edilizio Tipo (RET) approvato dal
consiglio comunale laddove si precisa che: “In mancanza di esatte previsioni urbanistiche, l’allineamento è determinato dai fronti degli edifici contigui o dall’allineamento prevalente nell’isolato, lungo l’intero fronte stradale compreso tra due vie”.

Ciò significa che, laddove non vi è un unico allineamento degli edifici lungo la strada, si rispetta o l’allineamento prevalente nell’isolato compreso tra due strade o, in mancanza, l’allineamento si ricava tracciando una retta che congiunge i due edifici contigui a quello a realizzarsi.

Orbene, accade da qualche tempo che questa regola chiara, elementare e sempre rispettata scrupolosamente dai tecnici operanti in città, sia improvvisamente diventata interpretabile e a discrezione.
Edifici sporgono verso pubbliche vie, avanzando rispetto ad edifici contigui o rispetto agli
allineamenti prevalenti nell’isolato.

Già è abbastanza avvilente assistere impotenti alla scomparsa di ville e annessi giardini, senza che l’amministrazione argini o, meglio, blocchi la cementificazione, ma se a questo si aggiungono fronti che avanzano o arretrano a libera interpretazione dei progettisti o degli istruttori delle pratiche, lo sviluppo urbanistico diventa a dir poco disarmonico.
Vorremmo esserci sbagliati e aver male interpretato alcuni cartelli di cantiere che sono apparsi negli ultimi tempi in città, ma se così non fosse non sarebbe il caso che il dirigente dell’area urbanistica e l’assessore all’urbanistica che è anche sindaco della nostra città chiarissero una volta per tutte la questione? A che serve trincerarsi dietro il “è tutta colpa del Pug” che può in ogni caso sempre essere oggetto di migliorie non essendo uno strumento statico?

Chiediamo agli Ordini professionali degli Ingegneri, ma soprattutto degli Architetti Pianificatori, di vigilare, accertare e, nel caso, denunciare eventuali non rispondenze delle distanze alle norme del Pug e del RET e più in generale attivarsi affinché il patrimonio architettonico storico e moderno di qualità (per citarne alcuni La Lampara e il villino Longo dell’Arch. Lafuente, l’istituto Psicopedagogico dello studio Arcch. Chiaia Napolitano, l’edificio tra via Postumia e via Dalmazia dell’Arch. Gae Aulenti) venga tutelato e salvato dalla speculazione edilizia.

Exit mobile version