Riceviamo e pubblichiamo una nota del consigliere comunale della Lega Gianni Di Leo in risposta all’editoriale di oggi firmato da Giovanni Ronco:

«Leggo con molta attenzione e un pizzico di delusione l’articolo di Giovanni Ronco del 9/5/2023, le cui considerazioni egli stesso definisce come impopolari in quanto a sostegno della azione amministrativa del sindaco in carica.
Non condivido ovviamente quanto affermato dal giornalista solitamente critico.
Non condivido i suoi giudizi sulla opposizione perché dietro i singoli consiglieri c’è un lavoro di squadra dei partiti che evidentemente non è visibile.
Non condivido il giudizio positivo di otto lunghi inutili anni di amministrazione, partendo proprio dal presunto mitizzato “risanamento dei conti della città”.
Agli osservatori attenti non sfugge che la situazione della vicina città di Andria è ancora sotto osservazione mentre Trani non ha problemi già da molti anni, segno evidente che le casse comunali erano ben fornite e che i problemi derivavano da mere incongruenze amministrative di un ufficio – quello della Ragioneria- problematico, a cui il sindaco Riserbato non ebbe tempo per porre rimedio a cui stava lavorando..
Non condivido il salvataggio di AMIU s.p,a, avvenuto con un provvedimento del 2015 che è stato completamente stravolto: basti pensare che nel salvataggio era prevista la realizzazione dell’impianto di compostaggio e invece i baresi hanno ordinato e ci vogliono far fare l’impianto di raccolta del percolato per mezza Puglia.
Non condivido i meriti sulla attivazione della raccolta differenziata, che non ha portato alcun beneficio nelle risorse economiche delle famiglie e degli imprenditori tranesi, ma anzi un aumento dei costi e un disastro estetico per la città.
Non condivido celebrare ancora un piccolo allargamento di via Pozzopiano che si sarebbe potuto ottenere gratuitamente.
Le cose positive indicate mi sembrano terminino così.
A questo punto dovrei elencare i noti disastri del verde, del muraglione e dello stato della villa comunale, dello scempio urbanistico- speculativo in atto, delle promesse fornite nella sfarzosa campagna elettorale mai mantenute, della presa in giro delle spiagge dinamiche, della sottomissione ai potentati politici baresi e lo smembramento delle aziende partecipate, ma rischio di essere ripetitivo e non voglio.
In conclusione mi sembra che “anni di nulla” portino in modo subdolo alla logica del “meglio poco che niente”, tanto da pervadere, a quanto pare, anche i media.
Quello che è stato fatto in questi anni è ben poca cosa.
Se fossimo stati al governo avremmo fatto molto di più e, cittadini permettendo, dovremo recuperare il tempo perduto.
Credo che ci si debba ribellare a queste molli pulsioni e a questa accettazione della mediocrità, che non sono degne di una città che per bellezza e autorevolezza vorrebbe e potrebbe primeggiare».