Personale dell’Ufficio Locale Marittimo di Trani, sotto la direzione della Capitaneria di Porto di Barletta, ha effettuato il sequestro di 11,5 kg di datteri di mare (Lithophaga Lithophaga) al termine di una mirata attività investigativa. Da tempo l’Ufficio tranese della Guardia Costiera ha avviato una incisiva attività di contrasto alla pesca ed alla commercializzazione di questo mitile importantissimo per l’ecosistema marino, tanto da essere protetto e tutelato anche da normative internazionali. Difatti, sono ben 6 i sequestri effettuati nelle ultime settimane e 9 le persone denunciate a piede libero alla locale Procura della Repubblica.

In questa occasione i militari hanno sorpreso due soggetti che avevano appena sbarcato il prodotto ittico rinveniente dalla pesca illegale, procedendo pertanto al sequestro penale del prodotto e degli attrezzi serviti per la realizzazione dell’illecito penale, deferendo i soggetti all’Autorità Giudiziaria. Mentre per il prodotto ittico (deperibile) si è provveduto al rigetto in mare previa distruzione innanzi ai trasgressori, gli attrezzi rimangono in custodia giudiziaria presso gli Uffici per il successivo smaltimento.

La pesca del dattero di mare – vietata in Italia dal 1998 – è molto invasiva, dal momento che per l’estrazione di piccole quantità di questo mollusco è necessario distruggere ampi tratti di fondale roccioso con l’utilizzo di martelli e pinze, compromettendo irreparabilmente l’habitat marino delle zone costiere, considerato che il mollusco si insedia all’interno di rocce calcaree corrodendole con secrezioni acide e la sua crescita è estremamente lenta, tanto da impiegare tra i 15 e 35 anni per raggiungere i 5 cm. Negli ultimi tempi si è registrato in tutto il Circondario marittimo di Barletta un aumento del fenomeno della vendita illegale di tale prodotto ittico, spesso asservito a giri malavitosi e condotto da soggetti con diversi precedenti penali, anche di altro genere.

Resta alta l’attenzione della Guardia Costiera al contrasto di reati che, non solo portano elevati profitti illeciti (il dattero di mare viene venduto anche a 50€/kg), ma comportano elevatissimi danni all’ecosistema marino con ripercussioni anche sulla pesca di altre specie ittiche, limitandone la riproduzione, nonché sull’intero ciclo ambientale marino. Corre l’obbligo di segnalare che di tale prodotto ittico è vietato anche il consumo e che tale violazione è perseguibile penalmente.