Addio a Mimì di Palo, uno degli ultimi intellettuali tranesi. Aveva 88 anni, classe 1935. Schietto, amabile, politicamente scorretto, mai allineato. Non certo un “chierico organico”, per dirla alla Edoardo Sanguineti. Lo conobbi personalmente nei primi anni 90 e lo apprezzai subito come poeta ironico e irriverente, mi consiglió e fece conoscere Caproni, un grande, ma anche angosciato da una società politica e culturale che dava i già i primi segnali di disagio e cedimento. Uomo dai forti ideali di sinistra, mai sbandierati per trarne vantaggio ma incarnati nel quotidiano lavoro di docente di letteratura italiana al Liceo scientifico ( molti ex alunni lo ricordano con affetto e riconoscenza) ma soprattutto di giornalista politico e culturale. Diresse infatti per diversi anni un battagliero e puntuto periodico su carta stampata, Singolare Plurale, esempio di impegno intellettuale e capace di ospitare varie firme e contributi di scrittori e intellettuali del nostro territorio. Lo si poteva incontrare spesso per le vie di Trani, fino a qualche anno fa, impegnato nelle sue lunghe passeggiate a piedi. Presente sempre ai vari appuntamenti culturali, finché la salute glielo ha consentito, negli ultimi anni, dopo la chiusura di Singolare Plurale, era pervaso da un certo disincanto e quasi rassegnazione per l’andamento politico sociale contemporaneo. Autore di vari libri di poesia e prosa ( Renato e i giacobini resta quello che ho amato), ci lascia un geniale interprete del nostro tempo, un intellettuale sensibile ma al tempo stesso spietato nel castigare i costumi della nostra piccola storia, ma anche della grande Storia tra Novecento e Duemila.