Riceviamo e pubblichiamo la nota di Gianni Di Leo (Lega Trani):

«Ho letto un comunicato del PD intitolato “Il centrodestra ha perso l’ennesima occasione”. È un comunicato che tradisce l’attitudine di un partito che invece di analizzare e risolvere i propri problemi (e ne ha tanti), preferisce guardare in casa degli altri. Non capisco quale sia il problema.

Hanno ri-approvato il progetto del sottopassaggio ferroviario in stile anni ’90, superato da altro progetto già concordato con RFI, predisposto da RFI,  a due corsie veicolari oltre alla sede pedonale. Una cosa incomprensibile.

Hanno tuttavia operato la loro scelta, che deturperà il quartiere per un secolo, con il nostro parere contrario. Si sono quindi assunti la loro responsabilità, in piena coerenza con quanto sinora dis-amministrato.

Qual è il problema? Vi sentite soli, contro il giudizio della città? Il centrodestra non ha perso nessuna occasione, anzi ha evidenziato con forza una grande differenza: ci sono amministrazioni arrendevoli, senza autorevolezza, e amministrazioni che battono i pugni sui tavoli, quando serve.

È poi ridicolo che il comunicato evidenzi, quale unico traguardo raggiunto in questi lunghi penosi anni, il finanziamento del Contratto di Quartiere. È bene ribadirlo: il Contratto di Quartiere è un piano esecutivo predisposto dall’amministrazione di centrodestra. L’attuale amministrazione ha trasmesso i progetti già oculatamente predisposti e li ha trasmessi in occasione di un bando ministeriale.

In buona sostanza, l’unico sforzo compiuto, in sette anni, è stato quello di predisporre una lettera di accompagnamento di quel progetto. Il PD piuttosto che guardare in casa d’altri, pensasse a tutte le promesse delle campagne elettorali non mantenute,  e a quanto ha illuso e deluso i cittadini speranzosi che hanno dato fiducia.

Ormai la città è allo sbando, perché le scellerate politiche urbanistiche la stanno trasformando in un pollaio, fra distruzioni di comparti e trasferimenti illegittime di volumetrie, tra assenza di edilizia residenziale pubblica e mancanza di Piano delle Coste, tra verde pubblico urbano distrutto e opere pubbliche che procurano pericolosi contenziosi. Questa è la Trani che lascerete.

Andate pure avanti, sino a quando potrete farlo, in attesa di quel giudizio popolare che ricompenserà adeguatamente il vostro operato».