Castello teoricamente aperto ma praticamente chiuso. Accade per l’ennesima volta a Trani dove la fortezza sveva chiude le porte nuovamente ai turisti in una domenica in cui sono stati diversi coloro i quali hanno fatto visita al maniero trovando i cancelli chiusi. Solo qualche giorno fa l’allarme era stato lanciato dal Sindaco Bottaro: quando è aperto nei giorni di festa i numeri dei visitatori sono confortanti, ma ciò accade saltuariamente e questo non è certo un bene ed un bel bigliettino da visita per la città. Allarme lanciato all’indomani di ferragosto quando nel weekend lungo il Castello di Trani si posizionò sul podio dei monumenti pugliesi gestiti dal Polo Museale regionale dietro Castel del Monte e Castello di Bari. Nonostante questo, però, ieri nuovamente cancelli chiusi. Alla base della scelta del polo museale l’impossibilità di garantire i livelli minimi di assistenza.

Poco personale nei musei così come denunciato anche da Eike Schmidt direttore degli “Uffizi” di Firenze: all’appello mancherebbero migliaia di lavoratori da destinare in tutti i luoghi della cultura italiani. Il rischio, anzi la certezza, è dover chiudere in settimana per consentire le aperture nei weekend o il contrario così come avvenuto ieri a Trani. Una nazione ed un territorio che punta tutto sul turismo ma che continua a soffrire di autolesionismo cronico e le pessime figure ormai non si contano più. Delle difficoltà di Castel del Monte, stabilmente nella top 30 dei musei più visitati d’Italia, ci occupiamo un giorno si e l’altro pure. Per ora al maniero federiciano non ci sono state però particolari chiusure “straordinarie” come accaduto ieri a Trani. Resta la nuova brutta pagina denunciata da più parti dalla città tranese. Resta la nuova brutta figura con i tanti turisti che stanno riempiendo le città pugliesi ed in particolare a nord di Bari. Resta la certezza che serva un cambio di passo deciso che parta dal Ministero per arrivare sui territori: più personale e migliore organizzazione ma anche, soprattutto, più coinvolgimento delle comunità in cui questi beni vivono da secoli. La sensazione è sempre quella che ogni tassello di questo mosaico vada per i fatti suoi senza una reale volontà di tornare al proprio posto in un coordinamento che rappresenterebbe la vera sfida in campo turistico.