Eppur qualcosa si muove anche dalla politica: è il Sindaco di Trani Amedeo Bottaro, oggi, a lanciare un vero e proprio allarme dopo i numeri trionfalmente “sciorinati” dal Polo Museale di Puglia sugli ingressi nel weekend ferragostano con un comunicato di ieri: «Una città come la nostra è tenuta a consentire la fruizione dei luoghi di interesse storico ed artistico sempre e non a singhiozzo – spiega Bottaro – e deve saper offrire standard elevati ai visitatori». Il riferimento è al Castello di Trani luogo che è finito sul podio con 600 visitatori tra i circa 15 luoghi gestiti in Puglia dal Polo Museale. Al primo posto in questa speciale classifica c’è stato, neanche a dirlo, Castel del Monte che è sempre più un luogo senza identità. Dopo il logo in cui non esiste la città di appartenenza, la città di Andria sparisce anche dai comunicati del Polo Museale. Una città che ha un legame profondo con il maniero federiciano e con la storia di Federico II e che comunque investe risorse (seppur minime) per il castello, completamente cancellata nella comunicazione istituzionale dell’ente che lo gestisce. Ormai è difficile pensare ad una semplice dimenticanza vista anche la scelta, di cui ci siamo già occupati, di non menzionare la città nel logo rivisto di Castel del Monte. Sicuramente uno sgarbo istituzionale e probabilmente una malcelata voglia di estraniare il monumento, stabilmente tra i più visitati d’Italia, dalla sua comunità. Oltre 4500 i visitatori giunti al maniero nell’ultimo weekend ferragostano pari al totale di tutti gli altri 14 monumenti gestiti dal Polo Museale. Questo rende bene l’idea dell’importanza strategica del maniero stesso.

Ma tornando alla città di Trani il Sindaco Bottaro dopo aver lanciato l’allarme prova ad immaginare anche un percorso comune per trovare soluzioni: «E’ necessario un confronto collaborativo con il Ministero coinvolgendo anche la Soprintendenza». Una regione che punta sul turismo e che ha svariati punti di prodotto interno lordo grazie al turismo, ha carenza di organico proprio nei luoghi della cultura costretti ad esser chiusi a singhiozzo come ha denunciato Bottaro nonostante i numeri importanti di biglietti staccati per le visite. Un paradosso a cui porre rimedio sicuramente con un cambio di passo in primis dal Ministero per poi giungere ai territori dove è necessario rilanciare una gestione maggiormente identitaria e condivisa dei beni pubblici. A partire dal nome della città il cui territorio accoglie, per volere di chi l’ha costruito, il gioiello di Castel del Monte.