Incontriamo Mimmo Lamia Caputo alla vigilia del suo ottantunesimo compleanno, che lo vede ancora in splendida forma psico-fisica. Gli rivolgiamo qualche domanda sulla situazione del calcio a Trani. Quando parliamo di calcio, dopo i primi convenevoli, gli occhi neri gli brillano sempre. La passione è sempre quella, intatta.

Qual è la tua opinione sul calcio a Trani oggi?
“Di fatto, il calcio a Trani non esiste”. Mimmo non usa mezzi termini, insomma e la delusione per le ultime annate si avverte subito, nonostante le realtà esistenti, in particolare la creatura del duo tutto tranese Di Leo & Giusto, l’ASD Trani (nda).

Quali sono le cause di questa crisi?
“In primo luogo, la mancanza di voglia di sacrificio da parte dei giovani che, ormai, non possono fare a meno degli agi e della “vita comoda”.

Come mai, rispetto agli anni d’oro del calcio tranese, non si riesce a dar vita ad una società all’altezza delle tradizioni?
“Assistiamo purtroppo, da tempo, ad un cambiamento di mentalità, unito ad un certo disinteresse della classe imprenditoriale tranese. Ai tempi della serie B, la dirigenza era l’espressione di una classe imprenditoriale, soprattutto del settore lapideo, lungimirante e capace d’imporsi a livello nazionale. Ciò che non accade oggi”.

Cosa ti aspetti per il futuro?
“Purtroppo, non mi aspetto nulla di buono. La situazione del calcio rispecchia fedelmente lo stato di decadenza della città. Ho la sensazione che sia venuta meno la passione nelle giovani generazioni, distratte e fuorviate da PlayStation e Pay TV”.

Come vedi l’educazione sportiva nei giovani di oggi?
“Ribadisco la mancanza di voglia di sacrificio. Sembra che la pratica sportiva sia imposta dai genitori che, a mio parere, sono la rovina dei figli. C’è troppo lassismo e permissivismo. Quando i bisogni vengono soddisfatti prima ancora di nascere, viene meno la voglia, il desiderio, la fame; subentrano la noia e l’appagamento”.

Cosa pensi della carenza di strutture sportive?
“Penso che sia una vergogna assoluta, soprattutto la mancanza di strutture pubbliche all’altezza ed il contemporaneo proliferare di strutture private”.

Qual è il tuo ricordo più bello?
“Ce ne sono tantissimi. Al primo posto, la cavalcata trionfale della stagione 1963-64 che culminò con l’inattesa promozione in serie B”.

Quali sono, escluso te, i giocatori più forti della storia del Trani?
“Mario Colella negli anni ’50, Mimì Cosmano per tecnica e fantasia, Vincenzo Ferrante per grinta ed attaccamento alla maglia”.

Salutiamo Mimmo Lamia Caputo, promettendoci a vicenda di rivederci per una nuova chiacchierata sullo sport e sul calcio tranese. Magari tra qualche anno la situazione sarà migliore… Buon compleanno da tutta la redazione di Trani.news24.city.