Home Attualità Ciclovia adriatica, un’occasione da non perdere? L’intervento di Pro Natura

Ciclovia adriatica, un’occasione da non perdere? L’intervento di Pro Natura

«E' necessario alimentare  il dibattito sulle questioni ambientali altrimenti si penalizza i cittadini»

Riceviamo e pubblichiamo interamente una nota a firma dell’associazione Pro Natura di Bisceglie su di un tema particolarmente importante come quello delle piste ciclabili, in particolare quella adriatica. Ecco il testo:

«La ciclovia Adriatica è un progetto nazionale che si prefigge di collegare la provincia di Trieste con il Salento e recentemente la Ministra per il Sud Mara Carfagna ha annunciato il finanziamento di 22 milioni di euro del tratto da Otranto a Leuca. In Italia. Infatti, si sta investeno sulla mobilità eco sostenibile per migliorare decisamente la qualità della vita e la fruibilità dei luoghi. Creare percorsi ciclabili significa, infatti, apportare i benefici sociali ed economici per la comunità, perché si incrementa il flusso turistico, che genera più posti di lavoro basato sulla green economy.

Il percorso a Bisceglie

Ci siamo chiesti quali percorsi la ciclovia Adriatica seguirà sul territorio biscegliese.

Secondo il “road book” pubblicato dall’Assessorato alle Infrastrutture Strategiche e Mobilità della Regione Puglia, l’itinerario n. 6 rete Bicitalia partirebbe da Trani: “(…..) sulla via Pozzo Piano. Al sottopasso della SS 16 prendiamo a sinistra la complanare che diventa via Crosta poi via Cavour ormai in Bisceglie. Seguendo il percorso urbano (Via Imbriani) attraversiamo la parte meridionale della città fino agli ultimi nuovissimi quartieri, prima di raggiungere la zona commerciale. Percorso piatto e alquanto movimentato. Tratto della SS 16 che costeggia la zona commerciale di Bisceglie, soggetto a traffico notevole anche per la presenza di vari accessi alla SS 16Bis.”

Secondo invece il sito di Bicitalia la ciclovia arriverebbe a Bisceglie attraversando il Ponte Lama per poi continuare seguendo la costa di ponente, attraversando l’area portuale fino a giungere alla zona Bi Marmi, dove devia per via Pantano fino alla via Imbriani (ex SS16) verso Molfetta.

Problemi, criticità e proposte

Bocciamo il “road book” in quanto conduce I cicloamatori attraverso un percorso accidentato, costellato di buche, discariche abusive e particolarmente rischioso per la presenza del traffico di mezzi pesanti. Il percorso di Bicitalia costringe il ciclista a passare dalla pericolosa strozzatura del ponte Lama e a percorrere le disastrate piste ciclabili urbane, che sono utilizzate come parcheggio dalle automobili o addirittura non esistono o sono scomparse. Entrambi i percorsi ignorano completamente i tratti paesaggisticamente più belli e interessanti, ovvero la pista ciclopedonabile di 1,3 KM delle grotte di Ripalta (in deplorevole abbandono), Via Ripalta e Carrara le Difese, nonché tutta la pregevole viabilità delle Lame di Croce e di Macina che risponderebbero ai criteri ispiranti la stessa ciclovia.

Proponiamo innanzi tutto una cartellonistica che guidi i cicloamatori lungo i luoghi più suggestivi ed interessati per la mobilità lenta. Una soluzione moderna potrebbe essere il colore delle piste ciclabili diversificato a seconda degli itinerari. A nosto avviso è da preferire il percorso costiero, in previsione del completamento del lungomare sud di trani e del prolungamento della pista ciclabile di Levante sino a Molfetta. Per questo è auspicabile che il tratto ciclopedonabile delle Grotte di Ripalta sia indicato nelle mappe, affinchè il visitatore possa deviare dal percorso per conoscere le nostre bellezze paesaggistiche.

Dalla Murgia a Ripalta. Un percorso Eco-Logico

Che fine ha fatto la nostra dettagliata e lungimirante proposta progettuale? In quel progetto abbiamo indicato con precisione i percorsi più consoni alla mobilità lenta. L’assenza di dialogo con l’Amministrazione Angarano sta penalizzando il dibattito sui temi ambientali e, purtroppo, assistiamo basiti a vacui confronti sui social, che a volte degenerano in insulti gratuiti e a minacce di querele. Noi chiediamo che il confronto ritorni nella sede istituzionale della Consulta dell’Ambiente, affinché questa non sia l’ennesima occasione persa che potrebbe penalizzare l’intera comunità».

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