Ogni tanto torna sulle bocche dei politici la famosa frase che riguarda il rilancio della pietra di Trani. Ma ormai quella risorsa è quasi del tutto esaurita e di essa non resta che un ricordo. Quello di un simbolo. Anzi di uno status symbol di una città come Trani divenuta famosa nel mondo grazie a quella pietra bianca, lucente, pronta a raccogliere la luce di splendide giornate. Quel binomio tra luce e pietra fu esaltato anche dal francesista nostro concittadino Giovanni Macchia.
Oggi non rimane che la battuta derisoria e secca, spietata e risolutiva per denigrare qualcuno: V’è fatic a’ o’ petral”. I marmisti lavorano prevalentemente con realtà esterne dal Marocco ai cinesi. Quell’identita’ tranese scolpita nella Pietra, la sua Pietra, è una delle tante caratteristiche perse per strada da questa città.
Nelle foto di questa settimana, sempre gentilmente concesse da Ruggiero Piazzolla e tratte dal suo libro “Passeggiando per Trani- anni 60- 80”, ecco due marmisti all’opera, completamente imbiancati. Artisti, tranesi, lavoratori di una volta.