Mi ha molto colpito il messaggio di un attore tranese che lamentava il fatto della poca partecipazione e poco supporto dei tranesi ad iniziative organizzate in loco, come la Rassegna (degnissima) del teatro amatoriale, in favore di proposte e/o cartelloni nei paesi limitrofi.

La polemica, se affrontata in modo superficiale, quindi ci metto pure i rappresentanti delle Istituzioni (spesso assenti nel dibattito comunque) ed i giornalisti oltre che gli addetti ai lavori, rischia di percorrere il pericoloso crinale tra buoni propositi per il futuro e provincialismo o guerra fra poveri. Laddove i poveri rischiano di essere soprattutto i cittadini, cui viene comunque offerta una proposta culturale povera, limitata.

Insomma, se l’unica proposta che Trani riesce ad offrire è il Teatro Amatoriale non possiamo che supportarlo e sostenerlo. Ma subito dopo non possiamo nemmeno dire che tutte le altre proposte non sono buone perché non le organizza Trani (volpe e uva). Insomma ciò che non va a Trani è la limitatezza della scelta. Possiamo lodare e o criticare tutto, ma la prerogativa di un’amministrazione deve essere la capacità di offrire un ventaglio culturale ampio (e Trani deve poterselo permettere).

Perché devo poter scegliere il teatro amatoriale come quello con la classica rassegna di professionisti, il teatro per bambini ed i corsi per le scuole. Una città come Trani, tra l’altro con ambizioni (ora utopiche o solo strumentali per esili passerelle politiche, che poi fanno pure incattivire l’opinione pubblica, e lor signori fingono di non capirlo) deve potersi permettere tutto: non solo la Rassegna “pro libro e libreria sua” ma anche un programma ampio in rete con altre città e presenza in circuiti mediatici e culturali nazionali, non a pagamento ed una tantum per tenersi buoni tutti, ma in modo stabile, costante, organico, programmato, studiato.

Non solo, come detto, il teatro amatoriale ma anche quello professionistico, non solo un turismo “sveltino” (ora il più praticato: cattedrale, pizza, o pesce, dehors e via) ma anche un vero turismo strutturato, culturale, di livello, stanziale, in rete con altre città, pure in questo caso.

Voi pensate a darci un ventaglio di scelte e non una sola minestra, con la quale (in quanto unica e sola) molti si buttano dalla finestra. O più facilmente o semplicemente nella città più vicina…