I controlli in materia di reddito di cittadinanza svolti dai Carabinieri nella BAT da maggio a ottobre 2021 si sono concentrati sui comuni di Trani, Canosa di Puglia e Trinitapoli.

Gli accertamenti svolti nel complesso hanno riguardato 614 nuclei familiari, per un totale di 1581 persone, consentendo di deferire all’Autorità Giudiziaria 88 soggetti, ritenute a vario titolo responsabili di aver reso e/o utilizzato dichiarazioni/documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero di aver omesso la comunicazione delle informazioni dovute. Sono stati raccolti elementi anche in ordine ai reati di falsità ideologica commessa dal privato e di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Grazie a tali controlli è stata riscontrata la percezione indebita di importi per circa 564mila euro.

In particolare, le condotte illecite accertate con maggiore frequenza:

  • la dichiarazione fittizia di diverse residenze da parte di componenti del medesimo nucleo familiare, al fine di duplicare i benefici percepiti da parte di soggetti invece conviventi;
  • la falsa attestazione circa lo stato di disoccupati o casalinghi che, in realtà, sono risultati titolari di reddito da lavoro dipendente ovvero di partita IVA;
  • le omesse comunicazioni all’INPS circa la variazione del nucleo familiare, ovvero l’applicazione di misure cautelari e altri eventi suscettibili di comportare la rideterminazione degli importi percepiti.

Tra gli episodi oggetto di accertamento, ne spiccano alcuni, tra quelli relativi alle persone deferite in stato di libertà.

A Trani, un pregiudicato intraneo ad un sodalizio criminale operativo ad Andria e stabilitosi in quel centro, è riuscito a percepire un sussidio di euro 500,00 mensili, dichiarando una composizione del proprio nucleo familiare diversa da quella registrata all’anagrafe.

A Canosa di Puglia e Trinitapoli le irregolarità emerse hanno riguardato anche cittadini stranieri sia comunitari, sia extra U.E., che hanno falsamente dichiarato di riunire il requisito della residenza in Italia da oltre 10 anni, di cui gli ultimi 2 in via continuativa nel comune, risultando in realtà presenti da periodi molto più brevi, ovvero già cancellati all’anagrafe poiché irreperibili da anni, ma artatamente ricomparsi e reiscritti soltanto ai fini della presentazione della domanda tesa a ottenere il reddito di cittadinanza.

Altri ancora, specie di nazionalità rumena, una volta ottenuto il reddito sono stati cancellati dall’anagrafe comunale poiché resisi irreperibili ovvero rientrati nel proprio paese di origine, tornando in Italia circa una volta al mese esclusivamente al fine di poter spendere e monetizzare quanto indebitamente percepito.

Vi sono stati anche casi di numerosi soggetti, di provenienza prevalentemente nigeriana, che hanno dichiarato di far parte di nuclei familiari composti da 15-20 persone asseritamente residenti nella stessa abitazione, ma in realtà per l’anagrafe irreperibili o inesistenti. Inoltre, nelle case, peraltro di piccole dimensioni, risultava dimorare una sola persona o nessuna, trattandosi anche di piccoli monolocali e cd. “sottani” di fatto disabitati e abbandonati, poiché di proprietà di anziani ormai deceduti. Si precisa infine che, quasi l’80% dei deferiti aveva alle spalle vari precedenti penali e/o di polizia, specie in materia di stupefacenti, contro la persona e contro il patrimonio.