Tocca al figlio Lorenzo, qui sopra nella foto con sua moglie, che ne raccoglie le redini per la guida del bar Centrale, confidare con commozione al vostro cronista, il grande ringraziamento per tutti coloro che hanno espresso il loro dolore, la stima, l’affetto per suo padre Amedeo.

Non si è ancora spento in città il sentimento triste per la morte del noto chef pasticcere, ma Lorenzo ci chiama perché vuole dirci che davvero non si aspettava un tale fiume di messaggi e telefonate, anche dopo il nostro articolo. «Veramente ci siamo resi conto ancor di più di quanto la città ed i tanti nostri clienti, amassero e stimassero mio padre – esordisce Lorenzo -. Abbiamo avuto la prova che il grande lavoro da lui compiuto, le sue qualità di bontà, gentilezza e dedizione al suo lavoro sono state apprezzate da tanti».

Amedeo era malato da ben nove anni di tumore ma aveva continuato a lottare e lavorare come se nulla fosse. Ogni giorno accanto a sua moglie ed ai suoi figli, sempre presente e puntuale, nonostante il male e le cure. Poi il Covid: nonostante fosse sembrato che avesse superato anche quello (si era negativizzato) la malattia aveva compromesso i polmoni, secondo quanto ci racconta lo stesso Lorenzo, e questo è stato fatale.