Non ricordo, a memoria, da quando mi occupo di politica, di una questione tanto controversa scaturita da un semplice accesso agli atti. In passato sono stati mal visti, mal sopportati, ma alla fine passati in cavalleria e pure “premiati”. L’accesso agli atti risulta sulla carta come una richiesta di chiarimenti, ma sembra che intorno a quella prodotta da 4 consiglieri di maggioranza, nei giorni scorsi, riguardo il piano dei parcheggi, stia montando una questione di carattere politico più controversa rispetto ad altri accessi agli atti prodotti in passato.

Il tema è stato ripreso anche nell’ultima puntata di Spazio Città di Roberto Straniero su Telesveva, con ospiti i consiglieri Parente, Amoruso, Di Leo e Ferri. Giustamente il conduttore faceva sapere che una richiesta di accesso agli atti, al di là della semplice e teorica natura di chiarimenti, sottende un problema politico che si è creato. Le risposte dei due consiglieri di maggioranza sono risultate però interlocutorie, un po’ lasciate in sospeso, agli occhi dello spettatore.

Inoltre nelle ultime ore da fonti di Palazzo abbiamo appreso che il ritiro della domanda di accesso agli atti in questione è stato operato solo da Ruggero e non da Befano che, insieme a Biancolillo e Mannatrizio avrebbe confermato la volontà di vederci chiaro seguendo le vie istituzionali. Sta al sindaco come sempre, in versione post Covid, chiarire a sua volta questa incognita che si è creata. L’accesso agli atti è un “atto” di lesa maestà od un normale passaggio della vita politica da assorbire o lasciar scivolare sul suo famoso impermeabile blu scuro?