«La Puglia, tra le regioni italiane più colpite dalla pandemia, non può mettere a rischio migliaia di persone che in questi giorni si stanno rivolgendo presso le scuole, gli uffici scolastici territoriali e le sedi sindacali per la naturale assistenza alla compilazione delle domande di inserimento nelle graduatorie ATA. A questo si aggiunga l’ordinanza emessa dal ministro dell’istruzione, nella tarda serata di ieri, relativa alle domande di mobilità del personale docente, educativo e ATA». E’ quanto si legge in una nota di UIL Scuola Puglia.

«Una vera assurdità, posta in essere da persone che hanno poca conoscenza del sistema scuola. In un momento in cui la nostra regione è attraversata da una pandemia record, che vede 2.000 contagi al giorno, non vengono messe in campo azioni che tendono a limitare gli spostamenti. Come al solito si predica bene ma si pratica male. Mentre altre attività tendono a morire, sulla scuola non c’è una linea di governo e il dialogo politico si sposta sui social». È la denuncia di Gianni Verga, segretario generale della UIL Scuola Puglia, che chiede di rinviare la mobilità, impossibile da attuare nelle condizioni epidemiologiche in cui versa la nostra regione.

«Avevamo anche fatto appello al sottosegretario pugliese Rossano Sasso – continua Verga – affinché intervenisse sugli assurdi vincoli che gravano sulla testa del personale docente e DSGA, primo fra tutti quello quinquennale, ma niente da fare. È un grido di dolore quello che raccogliamo dal personale scolastico sottoposto ai vincoli. Soprattutto in questo periodo di pandemia, è assurdo costringere queste persone a continui spostamenti quotidiani per centinaia di chilometri, pur avendo la possibilità di trasferirsi nel Comune di residenza o comunque nelle vicinanze. Ricordiamo che la maggior parte di queste situazioni riguardano graduatorie pubblicate tardivamente a causa di colpevoli ritardi dell’amministrazione e immissioni in ruolo espletate velocemente con violazione del diritto di graduatoria in seguito a centinaia di rinunce. E, come al solito, a pagarne le spese sono anche i lavoratori pugliesi, che si spostano da un capo all’altro della nostra regione. Con tanti posti vacanti a disposizione – conclude Verga – è assurdo che queste persone debbano sottoporsi, quotidianamente, a quattro ore di viaggio, con tutti i rischi connessi alla pandemia in atto e con gravi ripercussioni sulla gestione della famiglia, anche dal punto di vista economico. Per non parlare di chi è stato costretto a traslocare al nord, allontanandosi dai propri cari anche per effetto delle limitazioni sugli spostamenti, poste dai vari DPCM, oltre che a sostenere i costi degli affitti rimettendoci mezzo stipendio».