Riceviamo a pubblichiamo una nota a firma del CPIA Bat in cui si esprime solidarietà al Sindaco Amedeo Bottaro dopo l’atto intimidatorio di sabato scorso.

«Immaginate se le pietre di un certo luogo potessero parlare, se le strade, i marciapiedi, gli alberi, le case improvvisamente cominciassero a raccontare il loro passato, gli eventi che si sono svolti in quei luoghi, le donne e gli uomini che hanno percorso quelle vie e tutto ciò che si sono detti, gli amori, gli odi, i fasti, ma anche la vita quotidiana, fatta di piccoli gesti, di cose non dette; narrerebbero anche imprese, prodezze, errori, ripieghi, rinunce: tutte le vite che si sono svolte, snodate, annodate, intrecciate, trasformate.

Cosa direbbero a Trani? Cesare Brandi direbbe: «Là dove l’Adriatico già promette lo Jonio e perde il verde acidulo sotto le squame d’un azzurro tiepido e denso, questa città che nessuno celebra, Trani, eleva un Duomo che è alto come una acropoli e una torre che ne misura la distanza dal cielo.

Qui non l’attrito delle macchine e dei carri su un orlo di terra come un lembo ultimo del mondo antico, superstite presso il mare o lentamente emerso dal fondo. I gabbiani volano, non i piccioni da cortile, lungo le murate alte dell’Arca, e corvi lucidissimi neri, che impegnano il cielo a farsi azzurro e compatto, quasi uno smalto limosino».

La Cattedrale di Trani, mirabile esempio di Romanico pugliese, ha accolto tra le sue mura migliaia di donne e di uomini nel corso dei secoli e continua la sua funzione religiosa ma contemporaneamente storica ed artistica di incommensurabile valore.

Qui a Trani gli Ordinamenta et Consuetudo Maris, emanati nel 1063 dal conte Pietro di Trani, ancora ci narrano delle prime norme che regolavano la navigazione, del compenso ai marinai, qui riconosciuti come lavoratori, del contratto del noleggio e delle regole per i nocchieri e per gli scrivani.

Ascoltando bene, tra le vie del centro storico, potremmo udire ancora le voci dei Genovesi, dei Pisani, dei Fiorentini, dei Veneziani, degli Amalfitani, dei Ravellesi che qui si stabilirono per le negoziazioni commerciali. Nel quartiere giudaico ci parlerebbero i primi Ebrei, giunti a Trani probabilmente già prima dell’anno 1000, provenendo dalla Spagna islamica: quattro erano le sinagoghe da questi fondate a Trani, ma di queste oggi ne restano solo due, Sant’Anna e Scolanova, luoghi di culto e di memoria.

Ci parlerebbero anche i conci di Sant’Andrea, di san Giacomo, di Ognissanti, di San Francesco, di Santa Maria di Giano. Molto prima che noi tutti nascessimo, Trani già esisteva: la sua fondazione la si può far risalire al I secolo d.C., tralasciando la leggenda sulla sua fondazione da parte dei Tirreno, figlio dell’eroe omerico Diomede.

Le pietre del suo castello, quelle dei suoi palazzi nobiliari, della Sacra Regia Udienza Provinciale, della Corte d’Appello ci svelerebbero storie che nemmeno osiamo immaginare.

Vivere a Trani significa godere della Storia e dell’Arte, vuol dire meravigliarsi ogni istante di quanto la mano dell’uomo possa rendere armonioso e desiderabile qualsiasi luogo quando se ne ha cura, quando si rispettano i propri simili perché si è coscienti che, nel vivere civile, i diritti di ciascuno terminano laddove cominciano quelli altrui e che ad ogni diritto corrisponde un dovere.

Chi ha commesso l’orribile gesto di incendiare il portone dell’abitazione del primo cittadino di Trani, però, non conosce nulla di questa grande Storia: vive, si muove in questi luoghi ma non ha mai ascoltato, non ha mai osservato: né le pietre, né le strade, né i palazzi, né le chiese, nulla gli è davvero familiare. Ogni giorno vede e rivede gli stessi luoghi ma con gli occhi e le orecchie chiusi; chi gli passa accanto gli è sconosciuto, come gli sono ignoti l’armonia che deriva dal rispetto per gli altri, dall’aver cura di ciò che è pubblico, cioè di tutti i cittadini, così come di ciò che è privato; non conosce la serenità che discende dalla tolleranza, dall’empatia, dall’onestà, anzi, crede di vivere nel giusto.

Il dirigente scolastico e tutto il personale del CPIA BAT esprimono solidarietà e offrono il loro pieno sostegno al sindaco di Trani. Il CPIA BAT c’è e ci sarà, presenza costante nel territorio, sempre al fianco di chi vuol continuare a scrivere una storia di Bellezza».