Lo scorso 6 gennaio ho pubblicato (per primo) un articolo su Trani.News24.City, che denunciava il degrado e l’abbandono della scuola Papa Giovanni XXIII. Mi ha fatto piacere e credo abbia fatto piacere ai cittadini che tredici giorni dopo quel pezzo (che avevo intitolato “Scuola Papa Giovanni XXIII, lo scempio è servito” per mettere in evidenza tutta l’amarezza derivante da questo fatto) ieri, tutte le testate giornalistiche riportavano la notizia degli interventi di bonifica e risistemazione, almeno in modo parziale, come chiesto dal sottoscritto, di questa scuola.

Non faccio questo discorso per prendermi meriti di cui non ho bisogno, dato che i cittadini sanno che ormai da tempo il mio compito di giornalista è volto all’individuazione dei disservizi, con relativi interventi da richiedere ed ottenere, pena il legittimo ” dileggio” delle Istituzioni quando non fanno il proprio dovere.

Ma sottolineo tutto questo per mettere in evidenza un fatto: le segnalazioni della scuola abbandonata e straziata erano già state fatte in passato dai cittadini alle Istituzioni e nulla era avvenuto. L’anno scorso era anche giunta in visita sulle “macerie” la vice ministra alla Pubblica istruzione Anna Ascani e nulla era successo. Il degrado aumentava. Gli ultimi giorni dell’anno 2020 mi arriva un messaggio da un mio lettore e cittadino, abitante del quartiere che ospita la scuola. Il tono del suo messaggio è accorato ma anche umiliato nel vedere i propri diritti di cittadino e padre di ex alunni calpestati. Dice di parlare a nome di centinaia di genitori, docenti, alunni che frequentavano quella scuola. È un passaggio fondamentale: il giornalismo si fa Politica, quella con la P maiuscola, in quanto si fa carico delle esigenze dei cittadini e le gira, stavolta con veemenza (rileggete l’articolo) alle Istituzioni, nella fattispecie, al vice sindaco Ferrante, assessore ai Lavori pubblici. Il giornalismo non più macchinetta che riproduce comunicati o copia e incolla permanente o riproduzione di dichiarazioni altrui, ma Istituzione attiva che siede al fianco degli eletti, restando a ridosso degli elettori, senza snobbarli dopo le elezioni, e tenendo sempre d’occhio i loro segnali, pronto a dare gomitate agli eletti nelle istituzioni, per svegliarli. Il resto è cronaca di questi giorni, che potete leggere ovunque. Ma non basta: dobbiamo fare ristrutturare o ricostruire quella scuola. Semplici cittadini, qualche giorno fa, avevano completato il lavoro pubblicando sui social ulteriori foto della devastazione, poi riprese dai media. La Cultura e l’istruzione hanno bisogno degli interventi strutturali e concreti, dobbiamo continuare a lavorare.