Enzo Guacci, promosso con voto 10: sta arrivando Natale e mi mancano tanto le sue commedie in vernacolo, che negli anni passati debuttavano ormai quasi sempre nel periodo delle festività. Il teatro Impero è chiuso a causa del Covid e sono lontani i tempi delle serate da tutto esaurito, da parte di questo attore tranese che ritengo assolutamente sottovalutato (avrebbe meritato anche di più che non un semplice seppur dignitoso proscenio amatoriale) rispetto alle sue capacità d’improvvisazione e per movenze, tempi e ritmi comici. Suoneria accesa per lui. Ricordo il divertimento genuino di tanti tranesi per un teatro popolare ma ben irrorato dalla vis comica e da una buona scrittura, semplice ma efficace. Nostalgia canaglia.

Bottaro & Marinaro, rimandati con voto 5: nell’ultimo consiglio comunale c’è un momento specifico in cui avviene una scivolata istituzionale, a metà strada tra Giggi er bullo di Alvaro Vitali ed il direttore Mega Galattico di Fantozzi. Suoneria con vibrazione. Nel bel mezzo di una replica pur brillante e vivace, come non gli vedevamo fare da tempo, nei confronti di Pasquale De Toma, il sindaco Bottaro, ai tentativi di “rilancio” e controreplica fuori microfono (comunque non in linea col bon ton, 5 pure a Pasquale per questo), rivolgendosi al presidente Marinaro diceva:” Che facciamo? Lo buttiamo fuori?” (riferendosi al reattivo De Toma). Trattare i consiglieri come scolaretti o come Fantozzi a fronte del direttore durante la partita di biliardo (per poco sembrava che ci scappasse anche il “coglionazzo” scagliato nella gag del film) non è una bella immagine. E da Marinaro, fresco di celebrata elezione proprio come rappresentante di garanzia di tutti i consiglieri ci saremmo aspettati un: “Sindaco ma cosa sta dicendo?”, almeno per salvaguardare la dignità del Pasquale sempre fonato (8 alla chioma). Invece muto. Aspiranti buttafuori per Bilionarie cercasi.

Scuola De Bello Palumbo (abbandono), voto 2: in tempi di scuole alla disperata caccia di spazi (e si tornano a pagare fior di affitti per il futuro prossimo, incredibile) mi piange il cuore (e non solo a me, ma a tutta la collettività) nel vedere abbandonata una struttura ampia e potenzialmente ben attrezzata come il De Bello Palumbo: aule ampie e luminose, giardini, perfino spazi per cucine. Altro colpo al cuore (e al portafoglio) di una città che ama fare flanella e chiacchiere con tanti bei discorsi, fumo negli occhi tra kermesse varie, Palazzi Beltrani esibiti e vuoti proclami e poi lascia morire scuole gioiello. Salvo poi tirare fuori soldi per affitti ai privati. Alla faccia della Sinistra che fu. Tutto fumo e niente arrosto.