«Flavio D’Introno ? Un pifferaio magico, capace di incantare la Procura con le sue bugie». Lo ha detto in aula ieri a Lecce il difensore di Michele Nardi, avvocato Domenico Mariani, che sta concludendo le arringhe difensive dei cinque imputati nel processo con rito ordinario sulla giustizia svenduta al Tribunale di Trani dagli anni 2014 al 2018. D’Introno è il principale accusatore nel processo ruota attorno a presunte mazzette pagate a magistrati perchè aggiustassero i processi.

«Un processo gonfiato sul falso, con testimoni falsi», ha ribadito più volte il legale dell’ex gip – accusato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari e al falso – sottolineando che negli anni di riferimento ai fatti contestati dai magistrati salentini, Nardi «non svolgeva a Trani alcuna funzione giudiziaria, essendo già da tempo in servizio a Roma». Il legale riprenderà l’arringa lunedì soffermandosi sul ruolo dell’ex pm Antonio Savasta, già condannato in abbreviato a 10 anni, lo scorso luglio. Al termine dell’intervento del difensore, Nardi dovrebbe rendere dichiarazioni spontanee. Nella stessa giornata è fissata la Camera di Consiglio. I pm salentini hanno chiesto per l’ex gip una condanna di 19 anni e 10 mesi di reclusione.