Centinaia di munizioni, pistole e persino delle bombe a mano: è quanto trovato dai Carabinieri, nei giorni scorsi, nei depositi dei seminterrati del Commissariato di Corato. La scoperta è emersa a Lecce, nel corso dell’ultima udienza del processo, celebrato con riti ordinario, sulla cosiddetta “Giustizia Svenduta” al Tribunale di Trani, in cui sono imputati, tra gli altri, proprio l’ex ispettore del Commissariato di Corato, Vincenzo Di Chiaro, assieme all’ex gip tranese Michele Nardi.

Armi, munizioni ma anche telefoni cellulari e  decine di pen drive erano contenuti in nove scatoloni, sul cui contenuto adesso sono stati disposti accertamenti dal pubblico ministero Roberta Licci.

Al ritrovamento si arrivati a seguito della richiesta di restituzione dei beni personali posti sotto sequestro all’ispettore Di Chiaro, su istanza avanzata dalla difesa e autorizzata dal collegio giudicante della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce.

La scoperta è ritenuta molto rilevante dagli inquirenti, in quanto si tratta di materiale non trovato nel corso della perquisizione effettuata nella stanza di Di Chiaro il 14 gennaio 2019, in occasione del suo arresto e di quello per corruzione e associazione per delinquere di Michele Nardi e Antonio Savasta.

Sui nove scatoloni è riportata la data di composizione del 24 e 25 gennaio, quando cioè l’ispettore era già detenuto. Al loro interno sono stati rinvenuti anche diversi atti processuali svolto da Di Chiaro su incarico dell’ex pm di Trani, Antonio Savasta.

Il magistrato è stato condannato con rito abbreviato, nei giorni scorsi, a dieci anni di reclusione, in quanto riconosciuto colpevole delle accuse di    associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari, concussione e falso. L’ispettore di Polizia Di Chiaro ha negato di aver avuto a che fare con il materiale trovato nei seminterrati del Commissariato di Corato. Il processo continuerà il prossimo 9 settembre.