«Un tema molto importante quando si parla di gestione della cosa pubblica è l’apparato organizzativo del Comune. Quando l’amministrazione uscente ha iniziato il mandato il personale comunale, esclusi i dirigenti, era costituito da 162 unità. Oggi, al termine del mandato, i dipendenti comunali sono sempre 162 unità. Cosa è cambiato? Apparentemente nulla, ma nella sostanza molto». Interviene così, in una nota, il candidato Sindaco di Trani con Trani Governa, Tommaso Laurora.

«In questi cinque anni ci sono stati numerosi pensionamenti, oltre cinquanta dipendenti (poco più di una decina all’anno) tutti abbondamente previsti da tempo, più di un terzo dell’intero personale. Una sana programmazione in materia di personale avrebbe consentito l’espletamento di concorsi per coprire i posti vacanti, dopo aver esperito le procedure di mobilità. La strada scelta, e da me non condivisa, è stata quella di assumere personale attingendo dalle graduatorie di concorsi effettuati da altri comuni pugliesi, non assunti da quei comuni perché non vincitori del concorso.

Tra l’altro, spesso le graduatorie da cui sono stati attinti i nominativi erano vecchie di una decina di anni. In sostanza, ad oggi sono stati sostituiti più di cinquanta dipendenti tranesi, con più di cinquanta dipendenti provenienti da varie zone della Puglia, spesso con nessuna esperienza nella pubblica amministrazione. Nessun altro Comune della nostra provincia ha una percentuale così alta di dipendenti non residenti. Questa deleteria operazione comporta che la macchina amministrativa non abbia una precisa identità, sia poco motivata e, soprattutto che sia priva di memoria storica.

Ma la questione più importante è che non effettuando i concorsi non si è data la possibilità ai giovani tranesi, diplomati e laureati, di accedere ai posti resi disponibili dai pensionamenti. Se a questo aggiungiamo che il costo annuo degli oltre cinquanta dipendenti non tranesi ammonta a circa euro 1.500.000,00, somma che viene portata via da Trani invece di essere immessa nell’economia cittadina, allora meglio si comprende la gravità di quanto è stato perpetrato in danno della nostra collettività. L’occupazione sistematica dei posti chiave della amministrazione, (Comune e aziende partecipate) consentita in questi anni, ha spogliato la Città di competenze e di risorse economiche, e ha alimentato il dubbio che la politica sia permeata di clientelismo.

Questo non deve più accadere. Cosa è stato fatto, in concreto, per le nuove generazioni?
Che futuro hanno i nostri figli in questa città? I genitori sono ormai rassegnati al fatto che i nostri figli debbano andar via da Trani per trovare un lavoro? L’amministrazione qualcosa poteva fare e non lo ha colpevolmente fatto. La colonizzazione di Trani deve finire».