Il Tribunale di Trani ha condannato la Banca popolare di Bari a risarcire con 437mila euro tre fratelli della provincia di Bari che nel 2005 avevano investito un milione di euro in titoli Lehman Brothers, “perché suggeriti dal personale della banca che aveva garantito il basso rischio di quei prodotti finanziari e la loro solidità”. Il capitale investito andò perso in seguito al fallimento di Lehman Brothes, nel settembre 2008.

“E’ pacifico – spiega il Tribunale – che all’epoca della vendita dei titoli la Lehman non aveva manifestato alcuna grave e particolare difficoltà o crisi di liquidità o ribasso del valore e della solvibilità”, ma successivamente l’istituto di credito non avrebbe correttamente informato il cliente sulle conseguenze della fuoriuscita di quei titoli dall’elenco del consorzio interbancario Pattichiari, tenuto conto che già un anno prima del fallimento “v’erano i primi significativi elementi finanziari di allarme” e che “almeno da marzo 2008 i soggetti professionali del settore finanziario non potevano non essere avveduti dei gravi segnali di possibile default della banca d’affari Lehman”.

La banca, cioè, “avrebbe dovuto informare i clienti al più tardi nel marzo 2008” che “la situazione della Lehman stava repentinamente cambiando, sicché questo poteva suggerire un disinvestimento”. In quel momento il valore residuo dei titoli investiti era pari a 786 mila euro, in parte già rimborsati. Ora la banca dovrà pagarne altri 437 mila. “Il punto forte della sentenza è riconoscere lo specifico obbligo della banca di vigilare sulla correttezza degli investimenti suggeriti ai propri clienti, anche in fase post vendita” è il commento dell’avvocato Massimo Melpignano, legale dei tre risparmiatori e responsabile nazionale Banca e Finanza di Konsumer Italia.