Riceviamo e pubblichiamo integralmente una lettera aperta di un gruppo di imprenditori tranesi, che si definiscono “ormai ex”, al Sindaco della Città di Trani Amedeo Bottaro. Scrivono «Siamo stati abbandonati» e chiedono un incontro per consegnare le chiavi delle proprie attività commerciali. A firmare la lettera il portavoce degli imprenditori Felice Corrado per conto di Laudo, Carbonara, Musacco, Bagnara, Fanelli, Ferreri, Avveniente, Leone, Di Bari, Conca. Ecco il testo integrale:

«Caro Sindaco, cara amministrazione,

dopo gli innumerevoli appelli al sostegno nei confronti di noi imprenditori, soprattutto degli ultimi sopravvissuti di un settore abbandonato a se stesso per anni, quello calzaturiero; non ci resta che scrivervi per chiedervi un appuntamento al fine di consegnarvi le chiavi delle nostre aziende.

Eh sì, caro Sindaco, perché non solo da mesi vi stiamo chiedendo un sostegno concreto che non è mai arrivato, né è stato mai preso in considerazione, ma addirittura oggi, pur la norma conferendo alle signorie vostre la facoltà di spostare il pagamento dell’Imu, il Comune di Trani ha deciso di non adoperarsi e di mandare le letterine con la richiesta di pagamento.

Questa è la goccia che fa traboccare il vaso.

Mentre noi ci barcameniamo, dopo aver interrotto la produzione per oltre tre mesi, per riprendere le nostre attività sopportando i costi fissi (bollette, affitto, stipendi ecc.) e addirittura dovendo provvedere da buoni padri di famiglia ad anticipare la cassa integrazione ad i nostri dipendenti e collaboratori, perché finora dallo stato non abbiamo visto un euro, ora ci chiedete questo ulteriore enorme sacrificio economico.

Portatele avanti voi la nostre attività a queste condizioni. Spiegatelo voi ai nostri dipendenti ed alle loro famiglie il perché saremo costretti ad arrenderci dopo anni di sacrifici.

Gli ambulanti mercatali sono alcuni dei nostri clienti, i mercati si stanno svolgendo in tutta la Regione da settimane, ma qui a Trani no, sembra di essere in una nazione a parte.

Abbiamo chiesto un sostegno economico a fondo perduto per poter far fronte alle spese, cosa che ad esempio il Comune di Bari ha fatto; abbiamo chiesto la riduzione delle aliquote sui beni strumentali come i capannoni sia per l’IMU che per la TARI. Per quest’ultima abbiamo chiesto, in principio di equità e giustizia, la cancellazione della quota variabile per il periodo di chiusura.

Avete fatto orecchie da mercanti.

Siete stati i primi quando c’era da terrorizzare e dare addosso ai commercianti ed agli imprenditori, li avete colpevolizzati punendoli o minacciando di farlo anche quando non avevano colpe, né responsabilità.

Il vostro disinteresse e la vostra incapacità di mettere in atto delle strategie di sostegno concreto ci hanno portati all’esasperazione, ci stanno portando al fallimento.

Siete in attesa della misericordia ora del Governo, ora della Regione, ma qual è il vostro valore aggiunto?

Noi siamo stanchi, non possoiamo più lottare contro chi ha il dovere di darci una mano.

Diteci dove e quando e noi vi verremo a portare le chiavi della mia azienda».