Home Cronaca Caos a New York dopo la morte di Floyd: il racconto dell’imprenditore...

Caos a New York dopo la morte di Floyd: il racconto dell’imprenditore Domenico Vacca

«Costretti a blindare i negozi a causa delle violente proteste in corso»

Un italiano a New York. Anzi un andriese, imprenditore nel settore della moda, in una New York messa a ferro e fuoco dalla paura del covid prima, dalla protesta antirazziale adesso.
«Ero a New York l’11 settembre 2001, per strada a 20 isolati dalle due torri quando sono cadute e l’odore di carburante che bruciava era fortissimo e per me indimenticabile»: Domenico Vacca l’imprenditore andriese diventato un cult negli Usa, sta vivendo la nuova emergenza nella Grande Mela. «Da sabato scorso New York ha l’odore di una falegnameria, una falegnameria a cielo aperto, il rumore non e’ più quello del traffico ma quello dei trapani degli operai che installano barriere davanti a tutte le entrare e vetrine di tutti, dico tutti, i negozi, ristoranti e alberghi di New York, per proteggersi da una vera e propria guerra civile, una vera e propria guerriglia metropolitana». E questa volta c’è «molta più paura perché il popolo americano è diviso dal razzismo, fatto diventare protesta e guerra civile». Dalla morte di George Floyd, «ucciso dalla polizia in modo ignobile» dice Vacca, New York e l’America «sono state messe a ferro e fuoco. La paura questa volta non è solo la nostra incolumità fisica e per le nostre attività, ma è di non poter ripartire o di avere davanti a noi un periodo lunghissimo per la ripresa».

La situazione: dal 15 marzo tutte le attività commerciali a New York sono chiuse con un danno economico enorme. «A New York un locale per un ristorante costa dai $30,000 fino ad oltre $100,000 al mese, e per i negozi di abbigliamento anche di più. Finora solo il 10% delle aziende e’ riuscito ad avere finanziamenti per coprire le spese di questi mesi, tutti gli altri ci stanno rimettendo di tasca propria. Più veloci ed efficaci i soldi che il governo ha dato in questi mesi ai cittadini, a tutti, $1,200 più $500 per figlio, più la cassa integrazione per quelli che hanno perso il posto di lavoro. Lunedì prossimo avremmo dovuto finalmente aprire liberi dal Covid 19 ma purtroppo abbiamo invece dovuto blindare i nostri negozi e chi sa per quanto tempo».

Lunedì sera alle 23 Mimmo Vacca era vicino al suo flagship store su Madison Avenue a New York quando sono arrivati centinaia di protestanti incappucciati e mascherati che distruggevano e saccheggiavano i negozi della via più elegante d’America: «Fortunatamente, dopo aver provato a picchiare sulle vetrine del mio negozio non sono riusciti a spaccarle e quindi ci siamo salvati. Vedere questa situazione dal vivo è stato scioccante sopratutto per un particolare: c’erano almeno 200 poliziotti che guardavano gli atti di vandalismo ma non facevano assolutamente nulla perché il sindaco di New York, Bill De Blasio, aveva ordinato alla polizia di non reagire al vandalismo dei protestanti. Siamo stati tutti costretti a barricare le nostre attività per l’incapacità di un sindaco e perché la verità è che siamo in questo momento, in America, ostaggio della politica. I democratici vogliono arrivare alle elezioni di novembre nel caos, Covid 19, guerra civile, qualsiasi cosa per poter arrivare alle elezioni e rendere Trump responsabile per tutto. I repubblicani (il partito di Trump) vogliono riaprire il più presto possibile per rimettere in piedi l’economia prima di novembre. In mezzo ci siamo noi oggetto della paura del Covid 19 e ora della guerra civile». Vacca dice: «Per la prima volta non ho il controllo della situazione. In trent’anni in America, come imprenditore sono sempre stato in controllo del mio business, facendo così le scelte più opportune, dal 15 marzo non più. Per la prima volta nella mia vita non riesco a predirlo, tranne che dal 3 luglio sarò nella mia Puglia per tre mesi a ricaricare le batterie ormai scariche».

Exit mobile version