E’ durato poco più di un’ora, nel palazzo di giustizia di Potenza, l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Antonello Amodeo, del Procuratore della Repubblica di Taranto, Carlo Maria Capristo, arrestato e posto ai domiciliari il 19 maggio scorso nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo lucano, competente sui magistrati jonici.

Capristo, ha spiegato all’uscita il suo difensore, l’avvocato Angela Pignatari, «nonostante le compromesse condizioni di salute ha deciso anche di non differire l’interrogatorio e di renderlo, fornendo ogni spiegazione ai fatti che gli venivano contestati. Comunque – ha continuato l’avvocato – anche a causa delle condizioni di salute, ma il tutto è stato accelerato anche per tutelare l’immagine della Procura, ha già mio tramite, inoltrato domanda di pensione».

Capristo è accusato in concorso con altre quattro persone, tutte ai domiciliari, di tentata induzione indebita per dare o promettere utilità. I cinque indagati – secondo l’accusa – avrebbero cercato in indurre un pm all’epoca in servizio a Trani, Silvia Curione (attualmente a Bari) ad aggiustare e portare avanti un processo per usura.