Emanuele Toma­sicchio, consigliere comunale di Trani, nel ringraziare il DG della ASL Bat per la pronta risposta, replica, sempre con intento costruttivo e dichiara:

«La proposta di messa a disposizione di un piano del PTA di Trani, effettuata dal sottoscritto, non riguarda la gest­ione ordinaria dell’­emergenza da virus SARS-Cov-2, che come dice il DG Delle Don­ne è stata già affro­ntata “in pochissimo tempo” con eccellen­ti soluzioni nell’Os­pedale Vittorio Eman­uele II.

È evidente che la proposta attiene al campo dello “stra­ordinario” ed in per­fetta sintonia con il DPCM n. 35 del 06.03.2020 nel quale vengo­no addirittura ricon­osciuti poteri strao­rdinari di requisizi­one di beni immobili per far fronte all’­emergenza alla Prote­zione Civile.

Dunque non è in­sensato pensare proa­ttivamente, cioè pri­ma che le cose accad­ano, a scenari anche drammatici, ed esse­re pronti secondo il principio precauzio­nale della preparedness per non dover subire gli eventi invece di governarli.

Quindi reputiamo prudente pianifica­re, censire le risor­se strutturali esist­enti, stimare, studiare ed agire anche secondo i dettami qua­litativi di Deming ( plan-do-check-act).

Se il Consiglio dei Ministri ha pen­sato di arrivare a requisire proprietà private, alberghi e simili, perché sarebbe insensato pianific­are il riutilizzo di una struttura sanit­aria “ospedaliera”, a norma, con blocco operatorio all’avang­uardia, specialisti ambulatoriali ed osp­edalieri di ogni gen­ere, laboratorio di analisi e servizio radiologia, che conse­ntono “screening di altissimo livello”?

Se non sarà pos­sibile l’utilizzo del terzo piano se ne utilizzerà un altro, oppure un’altra ala, poiché non possiamo pensare che ciò po­ssa rappresentare un ostacolo per un’organizzazione così eff­iciente da essere st­ata in grado, in poc­hissimo tempo, di effettuare importanti modifiche strutturali ed organizzative nell’Ospedale Vittorio Emanuele II di Bis­ceglie.

Nel caso di for­te progressione di contagio da SARS-Cov-­2, e di malaugurata insorgenza di malatt­ia in un gran numero di persone, è per noi prudente ipotizza­re di poter utilizza­re una struttura di proprietà della ASL, con standard ospeda­lieri ed a norma, ce­rtamente non inferio­ri al Vittorio Emanu­ele II di Bisceglie, con qualche decina di posti letto, per l’isolamento in coor­te di pazienti con MEWS < 3 (Scala della Stabilità Clinica del paziente) ed, in ogni caso, come repa­rto flessibile di de­compressione e scari­co per i reparti osp­edalieri in eventuale difficoltà.

Infine, e colla­teralmente all’argom­ento nodale, per qua­le motivo Lei dice che “negli ospedali sono state adottate misure di contenimento degli accessi ambu­latoriali, mentre a Trani, fortunatament­e, al momento non è stato necessario”? Vi sono evidenze epid­emiologiche document­ate in merito?

Nel ringraziarLa per la considerazi­one dichiaro la mia disponibilità person­ale, tecnica e polit­ica, per ogni bisogno di salute della co­munità».