«Al fine di stimolare un sano e serio confronto che, a mio modesto parere, è l’unica via da percorrere quando si tratta di cercare soluzioni ai problemi della nostra comunità; vorrei stimolare la classe politica ed informare i cittadini ritenendo opportuno fare alcune valutazioni sull’operato del sindaco sul tema dell’impianto di trattamento del percolato e della stazione di trasferenza». Interviene così, in una nota, il candidato Sindaco di Trani Governa, Tommaso Laurora.

«Al di la’ di cosa sia buono o giusto fare, quello che ancora una volta contesto è il metodo arrogante di assumere decisioni senza coinvolgere gli organi istituzionali competenti.

Quando si parla di condivisione nelle decisioni corre l’obbligo di adottare alcune procedure propedeutiche alla fase finale, quella decisionale. Il Comune di Trani si è giustamente dotato del “Regolamento per il controllo sulle società non quotate partecipate dal Comune”, approvato con Delibera di Consiglio Comunale n. 52 dell’ 11/10/2013. In base a tale Regolamento l’Ente fornisce gli indirizzi alle aziende partecipate, le quali agiscono in autonomia gestionale, e sono sottoposte al “controllo analogo” ove abbiano affidamenti in house.

All’ art. 13 è previsto che “Il Consiglio Comunale, nell’ambito della Relazione Previsionale e Programmatica, definisce PREVENTIVAMENTE gli indirizzi strategici di cui all’articolo 170 del D.Lgs. 267/2000 e ss.mm.ii., a cui la società deve tendere nell’arco temporale del triennio”.

Il successivo art. 14 prevede che ” Per la definizione degli indirizzi di cui all’articolo.13 la società controllata trasmette ENTRO Il 15 OTTOBRE di ogni anno la Relazione Previsionale Aziendale”, la quale contiene tra gli altri il Piano Industriale, gli obiettivi imprenditoriali, strategici e gestionali della partecipata.

Infine l’art.15 del Regolamento dispone che “Sulla base degli indirizzi strategici approvati nella Relazione Previsionale e Programmatica, il CONSIGLIO COMUNALE valida il Piano Operativo Aziendale (POA), nel termine di sessanta giorni dalla approvazione dei documenti Previsionale e programmatici dell’esercizio cui si riferisce”.

Questo Regolamento è chiaramente teso al rispetto della volontà dei cittadini, attraverso la rappresentanza dell’unico organo titolato a prendere decisioni in nome e per conto dei cittadini: il Consiglio Comunale, eletto appunto nella sua qualità di “portavoce”, a tutela degli interessi di tutti i cittadini. La figura del primo cittadino, nella sua qualità istituzionale, dovrebbe essere solo “l’ esecutore materiale” delle volontà e degli indirizzi forniti dai rappresentanti del popolo.

Ora mi chiedo: quando qualcuno prevede, in assoluta autonomia, la realizzazione di un impianto di trattamento del percolato e di una stazione di trasferenza sta compiendo o no delle scelte sulle strategie aziendali?

Io credo di sì, ma sostituendosi al Consiglio Comunale!

Sino a quando non si esprimerà il Consiglio Comunale, con le procedure su indicate, tutta questa propaganda illusoria è carta straccia.

Io non ritengo che il Consiglio Comunale, costituito da una serie di cittadini democraticamente eletti dal popolo, abbia come unico compito quello di riunirsi, di tanto in tanto, per alzare la mano, perché il Sindaco decide che la debbano alzare, per approvare i provvedimenti su cui solo lui, con un manipolo di persone spesso prive di rappresentanza, ha già deciso senza alcun confronto, né condivisione.

Mi rivolgo a tutti coloro che hanno avuto modo di conoscere questo modus operandi arrogante ed autonomo, vivendolo sulla propria pelle in questi anni, chiedendo loro se si sentono ancora rappresentati dall’attuale sindaco che incarna questa modalità becera di amministrare in maniera scollegata dalla realtà e dalle necessità della propria comunità.

Mi piacerebbe che venisse fuori pubblicamente tutto quello che segretamente si è detto in questi anni e ancor oggi si dice, a tal proposito, nei corridoi del palazzo comunale, nei colloqui informali e nelle stanze dei partiti, ma soprattutto per strada fra le centinaia di persone deluse che ogni giorno manifestano il proprio malcontento.

Cambiare si può cambiare, basta volerlo. Salviamo la nostra città da chi le cinge le mani al collo, torniamo ad essere uomini e donne liberi di determinare il proprio futuro e quello dei propri figli».