Nessun nome è stato iscritto nel registro degli indagati. L’inchiesta della Procura di Trani sull’incendio che all’alba di domenica ha distrutto la Dalena Ecologia di Barletta, azienda specializzata nel trattamento di rifiuti per la produzione di combustibile solido secondario, procede a carico di ignoti. Un fascicolo per incendio doloso è stato aperto dal pm che coordina le indagini investigative Mirella Conticelli. Esclusa l’ipotesi di autocombustione, si fa strada la tesi che il vasto rogo da cui si è alzata una densa coltre di fumo nero, che per quasi 24 ore ha ricoperto la zona industriale della città, non sia stato di natura accidentale. Al vaglio degli inquirenti le immagini acquisite dal sistema di videosorveglianza dell’azienda. Saranno ascoltate tutte le persone immortalate dalle telecamere nelle ore precedenti all’incendio, che pare essersi sviluppato a stabilimento vuoto ed inattivo.

Intanto proseguiranno le rilevazioni dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, per verificare la presenza di diossine nell’aria nell’arco di tempo in cui il fumo ha avvolto l’area industriale di via Trani propagandosi verso le città vicine. I filtri del campionatore di polveri sospese installato in via Callano nelle 24 ore successive all’incendio sono stati inviati al Polo di Specializzazione Microinquinanti di Taranto per essere analizzati. Nuovi rilevamenti di diossina in città saranno effettuati dall’Arpa all’inizio della prossima settimana. Durante le ore in cui le fiamme hanno avvolto e distrutto l’azienda, le tre centraline attive nel territorio di Barletta hanno registrato valori di pm 10 e pm 2,5 inferiori rispetto ai limiti di legge, trovandosi però sopravento rispetto al luogo dell’incendio.