Il Santo Padre Papa Francesco, per il tramite della Penitenzieria Apostolica, concede un anno giubilare alla Parrocchia di San Magno, Vescovo e Martire, in occasione del 10° anno di vita dalla sua erezione canonica. L’anno giubilare, durante il quale viene concesso il dono speciale dell’indulgenza plenaria, avrà inizio il 24 novembre 2019 e si concluderà il 24 novembre 2020, compimento del decimo anno. Domenica 24 novembre, al termine della celebrazione eucaristica delle ore 19.00, l’Arcivescovo Mons. Leonardo D’Ascenzo lo aprirà ufficialmente con la lettura della Bolla Papale di indizione e l’apertura della Porta Giubilare.

«Durante questo importante anno – spiega Don Dino Cimadomo, parroco di San Magno – che è fonte di grazia per tutta la Città, vi saranno varie iniziative ed eventi spirituali e pastorali che si vivranno in questa Chiesa parrocchiale. In ogni occasione sarà sempre possibile ottenere il dono dell’indulgenza plenaria. Il messaggio è uno solo: l’amore di Dio è presente in mezzo a noi e accende i nostri cuori alla speranza.

Un anno così solenne va preparato soprattutto con la preghiera. A tal proposito ho composto una preghiera per la celebrazione del Giubileo, perché Dio faccia scendere sulla nostra Parrocchia e sull’intera comunità cristiana ogni grazia e benedizione in questo anno così importante. Per l’occasione è stato creato anche un logo che riprende il simbolo del martirio (la palma) e la forma della costruzione del nuovo complesso parrocchiale (la mandorla); il tutto racchiuso nel numero dieci che indica l’anniversario. Nel logo si legge anche: “Omnia possum in eo qui me confortat” (letteralmente: “tutto posso in Lui che mi conforta”). Ho scelto queste parole della lettera di San Paolo, apostolo ai Filippesi – continua don Dino – perché sintetizzano il mio ministero presbiterale e l’impegno profuso fin dall’istituzione della parrocchia, passando per la costruzione della comunità fatta di pietre vive, per arrivare, alla costruzione delle mura della nuova Chiesa e per continuare la missione che il Signore mi ha affidato».