In Italia, solo un quinto (20,5%) dei processi penali arriva a sentenza. Nel 78,9% dei casi, il procedimento finisce con il rinvio a giudizio. E la durata media di quest’ultimo si attesta intorno ai cinque mesi (154 giorni) per i procedimenti in aula monocratica e quattro (129 giorni) per quelli davanti al tribunale collegiale.

Sono alcuni dei principali risultati emersi dalla nuova indagine sul processo penale in Italia, realizzata dall’Eurispes in collaborazione con l’Unione delle camere penali, e diffusi in occasione di un convegno a Taormina (Messina). A 11 anni di distanza dal primo rapporto del 2008, lo studio è stato ripetuto sempre con l’obiettivo – spiega l’Eurispes – di monitorare i procedimenti attraverso l’analisi di un campione statistico nazionale e comparare i risultati con quelli già ottenuti.

Presi, dunque, in esame 32 tribunali da Nord a Sud (Bari, Bologna, Brescia, Caltanissetta, Catania, Catanzaro, Firenze, Genova, Lucca, Macerata, Milano, Monza, Napoli, Novara, Nuoro, Padova, Palermo, Perugia, Pescara, Piacenza, Potenza, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Sassari, Tempio Pausania, Torino, TRANI, Trento, Trieste, Venezia, Viterbo). Sotto la lente sono finiti 13.755 processi. Rispetto al 2008, ecco, quindi, un aumento della percentuale dei rinvii ad altra udienza (+9,6%: nel 2008 la quota era del 69,3%). L’incidenza delle sentenze è scesa dal 29,5% al 20,5%. Per quanto riguarda, ancora, i processi terminati in sentenza, le assoluzioni rappresentano poco meno del 30%: di questi, il 4% è rappresentato da assoluzioni ex art. 131 bis codice penale (non punibilità per particolare tenuità del fatto). E non solo. Le condanne incidono per il 43,7% delle sentenze; percentuale più bassa rispetto al 60,6% del 2008.

Al contrario, risulta molto più alta la quota relativa all’estinzione del reato: 26,5%, a fronte del 14,9% del 2008.La prescrizione, intanto, è un motivo di estinzione del reato che incide per il 10% sui procedimenti arrivati a sentenza e rappresenta poco più del 2% del totale dei processi monitorati. Ed è peggiorata, secondo il rapporto, la situazione anche dei tempi di rinvio a giudizio, più lunghi rispetto al 2008: 154 giorni per i procedimenti in Aula monocratica (nel 2008 erano 139) e 129 giorni per quelli davanti al Tribunale collegiale (nel 2008 erano 117). Al contrario, sempre più breve è la durata dei procedimenti (poiché spesso si tratta di procedimenti inconcludenti): solo 14 minuti in aula monocratica (18 nel 2008), 39 minuti davanti al tribunale collegiale (52 nel 2008).Prendendo in esame poi i motivi di rinvio ad altra udienza, più frequenti sono il fatto che si trattava di un’udienza di sola ammissione prove (16,4%), la prosecuzione dell’istruttoria (16,1%), la discussione (10,7%).

E, ancora, l’assenza dei testi citati dal pm (8,3%), l’omessa o irregolare notifica all’imputato (6,2%), la richiesta di messa alla prova (4,3%), l’assenza del giudice titolare (3,3%). “Accanto a ragioni ‘fisiologiche’, dunque, sull’elevatissimo numero di rinvii incidono anche ragioni ‘patologiche’, come l’omessa/irregolare notifica all’imputato e l’assenza del giudice titolare. Un’assenza che – ricorda il rapporto – determina il rinvio di tutti i procedimenti fissati per quell’udienza”.