Una visita al carcere di Trani per verificare le difficoltà del personale sia della Polizia penitenziaria che dell’area amministrativa e trattamentale ma anche per conoscere i progetti messi campo all’interno della struttura. Nei giorni scorsi, una delegazione della Funzione pubblica, guidata dal coordinatore regionale per la Fp Cgil Puglia della Polizia penitenziaria Gennaro Ricci, e composta dalla segretaria della Fp Cgil Puglia, Patrizia Tommaselli e dalla segretaria generale della Fp Cgil Bat, Liana Abbascià, ha incontrato all’interno del carcere il direttore dell’istituto, Giuseppe Altomare che ha illustrato alla delegazione le maggiori criticità ma anche i tanti progetti e gli sforzi messi in campo a fronte di una carenza d’organico di tutto il personale.

La delegazione sindacale ha effettuato una visita all’interno della struttura rendendosi conto delle grandi difficoltà che il personale di Polizia penitenziaria, ma anche quello sanitario, così come i funzionari dell’area pedagogica, si trovano quotidianamente e ad affrontare. In particolare sono emerse le difficoltà nella gestione dei detenuti con patologie psichiatriche e le preoccupazioni per l’impossibilità di fronteggiare le continue aggressioni fisiche di cui sono spesso responsabili tali soggetti “riversati” senza alcuna preparazione e modalità di gestione nel circuito penitenziario ordinario dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari.

L’altro tema affrontato è stato quello del lavoro per i detenuti. Alla delegazione sindacale è stato esposto con chiarezza come la possibilità per i detenuti di lavorare sia una condizione fondamentale anche per mantenere un clima migliore all’interno dell’istituto. Ultimamente, però, le risorse destinate a questo fondamentale pezzo del percorso trattamentale, attraverso la pena, sono molto limitate ed i laboratori interni sia al carcere maschile che femminile, gestiti anche dalle cooperative, sono notevolmente ridotti. «Su questo serve senz’altro un cambio di passo», commenta la delegazione. È emerso anche il grave problema legato alle tipologie di persone detenute quale, ad esempio, un alto tasso di problemi psichici all’interno della popolazione carceraria e per i quali sarebbe necessario prevedere e pensare un intervento più mirato e non “condizionato” dalla detenzione. Resta il tema legato al sovraffollamento che rende difficoltosa l’applicazione dei percorsi trattamentali e anche l’implementazione del lavoro di rete.

La visita si è conclusa con la visione del murale, dipinto da un detenuto e ispirato ai personaggi delle favole. Il murale è stato realizzato presso l’area all’aperto dedicata ai colloqui con i familiari, anche grazie al contributo di solidarietà offerto dall’O.S. che considera importante sostenere l’idea di un’accoglienza in un istituto penitenziario pensata per essere meno traumatica e il più possibile a misura dei bambini che visitano i propri genitori in carcere.

L’invito, infine, rivolto dalla delegazione della Funzione pubblica Cgil all’amministrazione penitenziaria è quello di rendere operativo il nuovo padiglione e riconsiderare la possibilità di verificare il beneficio che ne trarrebbe l’istituto dalla ristrutturazione della vecchia caserma per ospitare il reparto femminile, oggi allocato nel vecchio istituto al porto con un enorme dispendio di risorse umane ed economiche. Ristrutturazione che si ritiene potrebbe essere operata anche in economia con l’impiego di detenuti, cosa che comporterebbe un enorme risparmio di spesa.