Nuova mattinata di testimonianze, dirette ed acquisite, quella nell’aula bunker del carcere di Trani dove è in corso di svolgimento il Processo sulla tragedia ferroviaria del 12 luglio 2016. Nell’udienza di stamane, in particolare, ci si è concentrati sul sistema del “blocco telefonico”, il sistema che in qualche modo nella mattinata della tragedia non funzionò nel modo corretto. Un sistema naturalmente ritenuto vetusto: attraverso le intercettazioni telefoniche udite dai giudici in aula, si è ripercorsa l’intera mattinata di quel 12 luglio a partire dalle ore 9 per arrivare attorno a mezzogiorno anche negli istanti immediatamente successivi al disastro ferroviario.

Due telefoni, di cui uno fisso ed un cellulare, con i quali i capi stazione comunicavano partenze ed arrivi dei convogli. Sulla tratta, è stato evidenziato durante l’udienza, erano presenti anche delle telecamere di cui alcune però non funzionati. Tra gli altri ascolato in aula anche Stefano Benedetto il capostazione che diede il cambio a Vito Piccarreta in quella mattinata. Anche attraverso la testimonianza diretta del capostazione analizzato il funzionamento del blocco telefonico oltre a quanto accaduto successivamente allo scontro tra i due treni.