A rendere pubblico l’allarme sottolineato da Eugenio Peres, direttore dell’Unità operativa del Presidio Ospedaliero di Barletta è una lettera inviata dal presidente dell’Avis Comunale di Barletta Leonardo Santo con richiesta di chiarimenti al governatore Michele Emiliano, al direttore generale Alessandro Delle Donne e ai vari dirigenti regionali del comparto sanità.

«La restrizione delle raccolte festive di sangue potrebbe avere gravissime ripercussioni negative sull’autosufficienza di sangue aziendale, nazionale regionale che possono mettere a rischio la vita dei pazienti».

Sul tavolo c’è la delibera con cui il 30 luglio l’Asl Bat ha ridotto da 27,60 a 20 euro all’ora il pagamento orario per tecnici e infermieri impegnati nella raccolta di sangue nelle giornate festive, adeguandosi a quanto previsto dall’azienda dal 2013, con effetti retroattivi a partire da marzo 2019. Gli effetti? Personale pronto a fermarsi già da domenica 1 settembre. Una scelta annunciata già nei primi giorni di agosto, quando gli impiegati avevano scelto di assicurare i loro servizi nel corso del mese più caldo dell’anno per tutelare le raccolte già previste da tempo. La reazione alla scelta presa dal comparto amministrativo dell’Asl ha però presentato il suo conto pochi giorni dopo Ferragosto. Impossibile continuare ad assicurare il servizio, almeno a quei costi. Così le 15 raccolte già programmate nel mese di settembre, che frutterebbero circa 420 sacche di sangue, sono in bilico.

Una prospettiva che genererebbe un’emergenza, considerando che più del 30% delle donazioni di sangue avvengono proprio nelle giornate festive. Le rivendicazioni del personale sono contenute nella DIEF 2009, sono state avallate dalla Regione, che nella giornata di mercoledì con un documento ufficiale inviato dal Dipartimento Promozione della Salute ai direttori delle Asl locali sul tema ha spiegato come «non sia intervenuta alcuna modifica rispetto al DIEF 2009 e ai suoi criteri di remunerazione». Tesi differente da quella sostenuta dall’Asl provinciale, che ritiene il servizio di raccolta sangue uno dei Lea, inserito tra i livelli essenziali di assistenza previsti dalla norma, è di fondamentale importanza per la sopravvivenza di molti malati. La trattativa passerà ora dal confronto con i sindacati.

La palla ora passerà quindi ai sindacati, chiamati a tutelare un servizio che nel 2018 ha permesso all’Asl Bt di salvare vite e far sorridere il bilancio: il surplus di 6500 sacche prodotto nel 2018 ha prodotto un attivo di un milione e 100 mila euro, da convertire in servizi da ricevere dalle altre aziende sanitarie provinciali. Chiaro il messaggio sul tema del segretario generale della Fp Cgil della Bat, Luigi Marzano: «Invitiamo il personale sanitario di comparto a voler garantire, in attesa di definizione, la regolare raccolta di sangue a partire da domenica prossima»