Home Attualità Associazione Nazionale Magistrati: «Non accostare indagini su singoli pm a processi separati»

Associazione Nazionale Magistrati: «Non accostare indagini su singoli pm a processi separati»

La nota della Sezione di Trani dopo gli sviluppi mediatici dell'inchiesta di Lecce

«Accostare specifiche vicende, che riguardano singoli magistrati e che sono al vaglio della magistratura inquirente, all’operato di tutti i colleghi che prestano il loro servizio nell’Ufficio Giudiziario di Trani, così come riportare le dinamiche procedurali di uno specifico processo nell’ambito di situazioni processuali del tutto distinte e separate, oltre che non avere alcun addentellato con la realtà, si risolve, laddove non vi fosse un vero e proprio preordinato disegno, nella sottrazione alla magistratura giudicante ed inquirente nel suo complesso della autorevolezza e legittimazione, che discendono dalla legge fondamentale dello Stato e, soprattutto, dal costante, capace, faticoso lavoro dei colleghi, lontano dalle ribalte mediatiche e sempre al servizio dello Stato in generale e del cittadino nel particolare». Lo scrive in una nota il presidente dell’Associazione nazionale magistrati della sezione di Trani, Alberto Binetti, in riferimento agli articoli giornalistici pubblicati su testate nazionali e locali circa l’amministrazione della giustizia nel Tribunale di Trani.

Secondo Anm della città pugliese, che nei giorni scorsi ha tenuto una assemblea, durante la quale è maturata questa posizione, sarebbero stati fatti degli accostamenti impropri tra l’inchiesta della Procura di Lecce che coinvolge l’ex pm Michele Nardi e l’ex gip di TRANI Antonio Savasta, per vicende accadute quando erano in servizio al Tribunale di TRANI, con altri processi, anche molto eclatanti, attualmente in corso. Nardi e Savasta sono stati arrestati a gennaio scorso, con pesanti accuse di corruzione in atti giudiziari e falso. Il primo è ancora in carcere, il secondo ai domiciliari. Nei giorni scorsi la Procura salentina, competente a giudicare fatti che coinvolgono magistrati in servizio in un altro distretto di Corte di Appello, ha notificato un avviso di conclusione delle indagini a Nardi, Savasta e ad altre 10 persone tra cui un altro ex pm di TRANI, un ispettore di polizia, un carabiniere, imprenditori e avvocati.

«In primo luogo, la magistratura associata – evidenzia l’Anm – ribadisce il proprio incrollabile impegno a garantire a tutti gli operatori e fruitori del servizio giustizia del Tribunale di TRANI il rispetto delle regole processuali e sostanziali, con la correttezza istituzionale e personale che è dato caratteristico del Tribunale nel suo complesso e che non può ulteriormente tollerarsi venga posta in discussione.E’, infatti, precipuo compito dell’Associazione Nazionale Magistrati difendere l’Ufficio Giudiziario nel suo complesso ed i singoli magistrati che in esso lavorano, dai violenti, pretestuosi ed ingiustificati attacchi della stampa, nella misura in cui non producono altra conseguenza, sempre che tale non sia lo scopo originario, che di minare la serenità di giudizio».

«I magistrati del Tribunale di TRANI e della Procura della Repubblica che presso di esso opera, esprimono, quindi, sconcerto ed indignazione – continua l’Anm – rispetto ai contenuti e ai toni degli articoli giornalistici in questione, dal momento che gli stessi, trincerandosi pretestuosamente dietro l’esercizio del diritto di cronaca e di critica, costituzionalmente tutelati, pongono in atto una vera e propria campagna denigratoria, operando suggestivi quanto impropri accostamenti e trasmodando in aprioristici giudizi di carattere morale del tutto svincolati dai fatti e dalle dinamiche processuali. In particolare, la magistratura associata – prosegue il documento di Anm TRANI – rivendica fortemente la propria attitudine, connaturata con la funzione stessa, ad affidarsi alle regole ed alle procedure dello Stato democratico per l’accertamento di condotte specifiche, potendo vantare, senza tema di smentita, l’impermeabilità a derive corporativistiche; ogni singolo episodio va correttamente e rigidamente perseguito nelle sedi opportune, siano esse penali o disciplinari».

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