Un ricorso in Cassazione contro il provvedimento di ricusazione dei giudici di Trani è stato depositato dai difensori di alcune parti civili costituite nel processo sul disastro ferroviario che il 12 luglio 2016, sulla tratta tra Andria e Corato, causò la morte di 23 persone e il ferimento di altri 51 passeggeri. Gli avvocati Andrea Moreno e Giuseppe Modesti chiedono “l’annullamento” del provvedimento della Corte di Appello di Bari, lamentando la mancanza di contraddittorio nell’udienza del 20 giugno in cui si discuteva la richiesta di ricusazione fatta dai legali della società Ferrotramviaria, imputata nel processo dinanzi ai giudici tranesi.

L’aggettivo “inaffidabile” attribuito dal collegio ricusato alla società nel provvedimento con il quale citava la Regione Puglia come responsabile civile “avrebbe vulnerato – stando alla decisione dei giudici della Corte di Appello – l’imparzialità del Tribunale”. Nell’udienza non furono, però, convocate le parti civili. “La violazione del contraddittorio appare grave e concretamente lesiva degli interessi della parte civile” si legge nell’atto di impugnazione, considerata la “stretta connessione fra le doglianze sollevate dalla società imputata con la ricusazione e la pretesa risarcitoria veicolata dalle parti civili”.

Intanto, dopo la nomina di un nuovo collegio di giudici, il processo sul disastro è ripreso nei giorni scorsi. Sono imputate la società Ferrotramviaria e 17 persone fisiche, dipendenti e dirigenti dell’azienda pugliese di trasporti e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, accusate, a vario titolo, di disastro ferroviario, omicidio colposo, lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele e violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro.