«E’ vero, ho sbagliato, ho fatto cose contrarie al mio ufficio, è stato un grande errore». Nel corso dell’incidente probatorio dinanzi al gip di Lecce Giovanni Gallo, l’ex pm di Trani Antonio Savasta ammette ancora una volta le proprie responsabilità riguardo ai fatti contestati nell’inchiesta della Procura di Lecce sulle indagini truccate nel Tribunale di Trani tra il 2014 e il 2018. Savasta – che è ai domiciliari perchè sta collaborando e si è dimesso dalla magistratura – è accusato, insieme con l’ex collega Michele Nardi e l’ispettore di polizia Vincenzo Di Chiaro, di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari e falso commessi tra il 2014 e il 2018 per aver pilotato, in cambio di mazzette, indagini istruite dalla Procura di Trani dove Savasta era pubblico ministero.

L’ex pm ha confermato di aver falsificato processi e firme dicendo di averlo fatto per farsi amico l’ex collega Michele Nardi, indicato come il capo del sistema. «Avevo bisogno della sua amicizia», ha detto al gip, spiegando come questa avrebbe potuto garantirgli un appoggio in Procura in merito ad alcune questioni disciplinari pendenti a suo carico al Csm. Savasta ha confermato anche il coinvolgimento nella spartizione delle mazzette versate da alcuni imprenditori, anche dell’ex pm Luigi Scimè, al quale avrebbe consegnato lui stesso in macchina una busta contenente una somma di denaro portatagli a casa dall’imprenditore di Corato Flavio D’Introno. «Ho aperto la busta – ha detto – ma non ho visto quanti soldi vi fossero, solo che c’erano mazzette da 200 e 500 euro». L’ascolto dell’ex magistrato proseguirà il 28 giugno e 3 luglio prossimi.