E’ ormai noto che ieri, durante l’udienza del processo penale per la tragedia ferroviaria del 12 luglio 2016, i legali della società Ferrotramviaria hanno depositato in Corte di Appello a Bari una istanza di ricusazione del collegio giudicante del tribunale di Trani. La società è imputata ed è anche citata come responsabile civile. Per i difensori di Ferrotramviaria, Michele Laforgia e Tullio Bertolino, in presenza di una evidente anticipazione del giudizio di colpevolezza nei confronti dell’ente la ricusazione proposta dalla società è un «atto dovuto per garantire la regolarità del processo».

«Ferrotramviaria – spiegano – che è una società con 530 dipendenti e alcuni milioni di utenti ogni anno, non intende affatto sottrarsi al giudizio, ma ha diritto come ogni imputato alla presunzione di non colpevolezza e a essere giudicata in modo imparziale, come prescrive la Costituzione». I difensori fanno presente che «la proliferazione delle parti e dei responsabili civili non giova alla speditezza del procedimento ma non dipende certo dalla volontà della società», ricordando che Ferrotramviaria «ha già provveduto, prima del processo, a corrispondere oltre 15 milioni di euro di risarcimento dei danni alle vittime ed ai familiari prima ancora che sia accertata la sua responsabilità».

Sull’istanza si pronuncerà nei prossimi giorni la Corte di Appello. Alla sbarra ci sono, oltre alla società, diciassette persone fisiche tra dipendenti, dirigenti e vertici di Ferrotramviaria, un dirigente del ministero delle Infrastrutture e due direttori dell’Ufficio speciale trasporti di Puglia, Basilicata e Calabria. I reati contestati sono disastro ferroviario, omicidio colposo, violazione delle norme sulla sicurezza sul luogo di lavoro e lesioni gravi colpose. La Regione, Ferrotramviaria e il ministero delle Infrastrutture sono stati citati come responsabili civili.