«Con ordinanza n. 854/2019, emessa in data odierna, il Tribunale di Trani, respingendo l’opposizione della Banca Monte dei Paschi di Siena (e condannandola altresì alle spese del giudizio), ha accertato la piena legittimità e trasparenza della procedura di vendita dei complessi aziendali e dei beni della Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza posta in essere dal Commissario Straordinario, avv. Bartolomeo Cozzoli, e dal Ministero dello Sviluppo Economico». Interviene così l’Avv. Bartolomeo Cozzoli, Commissario Straordinario della Casa della Divina Provvidenza.

«In particolare, il Tribunale, recependo le argomentazioni dell’Amministrazione Straordinaria, assistita dal prof. Gianvito Giannelli, ha accertato il pieno rispetto, da parte del Commissario, del programma di cessione dei beni aziendali, nonché la correttezza, e l’imparzialità dell’operato di quest’ultimo, nell’ottica del miglior realizzo possibile, della continuità aziendale e della salvaguardia dei livelli occupazionali.

Le contestazioni mosse dalla Banca riguardavano la determinazione del prezzo di vendita (preceduta da perizia della Ernst&Young) ma il Tribunale ne ha ritenuta la correttezza anche tenendo conto della salvaguardia dei complessi aziendali e dei profili occupazionali ed ha sottolineato che il prezzo a cui l’azienda viene ceduta non deriva dal valore a cui lo stesso è stato stimato, bensì dal valore di mercato, nell’ambito dell’interesse manifestato dai potenziali acquirenti e dalle offerte di prezzo da questi avanzate.

Le stesse richieste erano state avanzate nei mesi scorsi dalla stessa Banca anche con ricorsi presentati al T.A.R. Puglia ed al Consiglio di Stato, ma anche questi ricorsi erano stati rigettati, con condanna alle spese del Monte dei Paschi di Siena.
“La pronuncia del Tribunale di Trani, a mio parere molto ben motivata, mi rasserena: questo non tanto per il riconoscimento dell’assoluta correttezza dell’operato del Ministero e dell’Amministrazione Straordinaria sulla quale sono stato e sarò sempre tranquillissimo; mi solleva, piuttosto, la circostanza che sia stata rigettata la richiesta di nullità della cessione, la qual cosa avrebbe significato quasi certamente il fallimento e la chiusura della Casa della Divina Provvidenza, che, invece, con molto sacrificio abbiamo salvato”».