Si chiude definitivamente con l’assoluzione il processo a carico dell’ex pm di Trani Antonio Savasta relativo all’acquisto del terreno confinante con la sua masseria in località ‘San Felice’ a Bisceglie. Il suolo era di proprietà di Donato Cosmai, il 71enne biscegliese sul quale l’allora magistrato aveva in precedenza indagato e dal quale – secondo l’ipotesi accusatoria – Savasta sarebbe riuscito a farsi vendere il pezzo di terra ad un prezzo conveniente usando il potere legato al ruolo che ricopriva in magistratura. In primo e in secondo grado Savasta era stato assolto dall’accusa di corruzione ‘perché il fatto non sussiste’. I giudici della VI sezione penale della Cassazione, dinanzi ai quali la vicenda era approdata dopo l’impugnazione di Cosmai (parte civile) contro la sentenza di appello, hanno accolto la tesi dell’avvocato Massimo Manfredi, difensore di Savasta, dichiarando inammissibile il ricorso e rendendo così irrevocabile l’assoluzione.

Il pg aveva chiesto l’annullamento con rinvio della sentenza. Savasta era accusato di corruzione per aver, in qualità di sostituto procuratore a Trani, indotto Cosmai a trasferire in favore di suo fratello Francesco Paolo Savasta, la proprietà del fondo rustico ad un prezzo di 33mila euro, ritenuto nel corso del procedimento penale un prezzo congruo. Nella sua denuncia Cosmai aveva invece sostenuto che la proprietà ceduta aveva un valore di 100mila euro. Savasta è stato arrestato il 14 gennaio scorso assieme al collega Michele Nardi (all’epoca dei fatti entrambi erano in servizio presso il Tribunale di Roma) e all’ispettore di polizia Vincenzo Di Chiaro per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari e al falso.