Il Consiglio di Stato ha accolto parzialmente il ricorso del pm del Tribunale di Bari Renato Nitti, avverso al provvedimento con il quale il Csm, Consiglio Superiore della Magistratura, ha nominato procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani il magistrato Antonino Di Maio. Il provvedimento è affetto da un vizio di legittimità per eccesso di potere. Il pm Renato Nitti, invece, concorreva proprio al posto di procuratore della Repubblica di Trani assieme allo stesso Di Maio. In primo grado, il 30 gennaio 2018, il Tar del Lazio aveva respinto il ricorso di Nitti.

I giudici di Palazzo Spada, invece, hanno respinto il ricorso di Nitti nella parte in cui lamentava l’inammissibilità della proposta di Di Maio di organizzazione dell’ufficio della Procura ritenendola “generica e inconsistente”, tanto da “dover essere considerata inesistente”. Ma lo ha accolto nella parte relativa al possesso dei titoli utili per il concorso, poiché solo tre mesi prima della nomina di Di Maio a procuratore di Trani, lo stesso Csm aveva ritenuto Di Maio non idoneo a guidare la Procura di Chieti perché non aveva mai svolto funzioni neppure di fatto direttive.

Una valutazione simile era stata fatta per Di Maio in precedenza, per un altro concorso per ricoprire un incarico semi-direttivo nella Procura (poi soppressa) di Nicosia. Quindi – è il ragionamento dei giudici – “non si intende come un tale profilo possa essere ritenuto in presenza di un concorrente con i titoli documentati dal ricorrente”. Ora gli atti sulla nomina del procuratore di Trani tornano ora al Csm che può confermare la nomina di Di Maio motivandola in modo diverso dal primo atto; può confermare la nomina con le stesse motivazioni, ma in questo caso si potrebbe far nuovamente ricorso al Consiglio di Stato; potrebbe nominare a procuratore di Trani il ricorrente Nitti.