«Sì, continuo a pensarci! Il consiglio comunale del 17 maggio mi ha lasciato l’amaro in bocca per una serie di aspetti discutibili sia dal punto di vista della correttezza istituzionale che da quello politico, aspetti che ho potuto apprezzare nella loro pienezza solo stando seduto tra i banchi del pubblico. Non voglio tornare al ritardo giustificato del sindaco ma vorrei soffermarmi sulla decisione della presidenza del consiglio di accettare le dichiarazioni preliminari dei singoli consiglieri ed alla messe di interventi che, nel lunghissimo tempo dedicato, si sono succeduti». Interviene così in una nota il consigliere regionale Domenico Santorsola.

«La stranezza della cosa – si legge – non stava soltanto nel fatto che gli argomenti affrontati non riguardavano la sorte dell’ospedale cittadino, tema unico per il quale erano stati invitati a dare il loro contributo i consiglieri regionali della Bat, bensì il clima generale nel quale la discussione si è svolta. Gli argomenti, i toni e, forse, anche molti personaggi, erano gli stessi della pregressa consiliatura ma, stranamente, l’opposizione, per quanto debole e talvolta fuori tema, sembrava opposizione laddove la maggioranza, più dura ed argomentante, invece, sembrava… ancora più opposizione.

L’argomento? La gestione dell’Amet! Si tratta di una azienda interamente partecipata dal Comune, una azienda che negli anni Ottanta, attraverso i suoi quattro rami, ha gestito per conto del Comune altrettanti servizi: energia elettrica, trasporti pubblici, darsena comunale e parcheggi pubblici, dando lustro e lavoro alla comunità tranese e contribuendo allo sviluppo economico, turistico e culturale della città. Purtroppo, però, negli ultimi tempi, e non mi riferisco solo alla amministrazione attuale, il gioiello di famiglia si è trasformato in un bubbone pronto a scoppiare: pranzi di natale serviti non so a quale titolo, documentazione rifiutata, carriere facilitate, piani di investimenti nebulosi, fondi distribuiti a pioggia, ecc., tanto che, da mesi, numerosi consiglieri di entrambi gli schieramenti, Francesca Zitoli in primis, chiedono al sindaco di fare luce su episodi di mancata trasparenza, di chiarire gli obiettivi assegnati alla attuale dirigenza, di spiegare la “mission” dell’azienda e di programmare gli interessi che la stessa deve coltivare per tornare ad essere un fiore all’occhiello della comunità piuttosto che un baratro in cui precipitare.

Tralascio, per il momento, la questione trasporti, sempre più conflittuale, e la darsena comunale, unica darsena perennemente in perdita e mi limito solo a menzionare la gestione caotica del servizio dell’energia elettrica, così come appare agli occhi dei tranesi: le bollette arrivano in ritardo, talvolta anche successivamente alla data di scadenza della rata, talvolta ad indirizzi sbagliati, tanto che centinaia di cittadini si sono recati negli uffici di piazza Plebiscito chiedendo spiegazioni con il solo risultato di essere rimpallati “sine die” da un ufficio all’altro.

Vorrei invece soffermarmi sulla gestione del traffico perché a dir poco fallimentare è il piano dei parcheggi: strisce blu che hanno invaso le strade della città senza tenere conto del traffico, orari impossibili per i residenti, difficoltà insormontabili nel trovare i “grattini”, tanto da dissuadere molti turisti a fermarsi in città. In un momento in cui la voglia di ridiventare polo turistico è forte e motivata, in un momento in cui la capacità attrattiva della città sembra in crescita, la riorganizzazione dei servizi e una maggiore attenzione alla accoglienza farebbero la differenza con le città rivali.

E invece… lontana a venire appare la pur banale installazione dei parcometri, che, da soli, permetterebbero al Comune di “fare cassa”, di arginare il problema dei parcheggiatori abusivi e limitare il proliferare di parcheggi selvaggi da parte di automobilisti esasperati; eppure, il sistema dei parcometri è stato adottato senza difficoltà anche da piccoli Comuni, mitigando il numero e la severità dei controlli da parte delle polizie locali. Qualche mal pensante ha ventilato l’ipotesi di una volontà politica ad esternalizzare la gestione dei parcheggi, ipotesi che già abbiamo rigettato durante l’amministrazione Riserbato e che, a nostro avviso, sarebbe un fallimento per la Città di Trani: al netto delle promesse milionarie e di impegni di programma, il tutto si ridurrebbe nel sottrarre alla città un’altra risorsa economica.

Sarebbe, perciò, opportuno che il sindaco desse risposte esaustive e si assumesse il compito di informare i consiglieri, e di conseguenza la cittadinanza tutta, sullo stato attuale e sul futuro di Amet spa e, in particolare, come il CdA intenda gestire tutti questi servizi, quali attività intende mantenere, quali invece vorrebbe affidare ad altri e quali modalità intende adottare per una eventuale alienazione. La sorte dell’azienda e di quanti in essa vi lavorano è in pericolo; privandola delle sue competenze, l’azienda si trasformerebbe in un “poltronificio” per amici degli amici e candidati politici trombati impoverendo ulteriormente una città ed una economia ormai asfittica.

“Facciamo che una volta tanto la politica sia seria e si occupi seriamente, nelle sedi opportune, dei problemi della città, cercando di dare un futuro sicuro all’azienda ed a tutti quelli che da essa dipendono non perché l’Amet abbia bisogno di Trani, ma perché Trani ha bisogno dell’Amet” scrivevo nel 2013 e non avrei mai immaginato di dovermi sentire ancora attuale a distanza di cinque anni!».