La Giustizia Predittiva si occupa della possibilità di prevedere le sentenze, tramite l’ausilio di strumenti statistici (come avviene in Francia) oppure matematici (come si cerca di fare in Italia). Ormai, qualsiasi cittadino, prima di decidere se attivare un processo o meno, ha la necessità di sapere se c’è un margine di vittoria.

«Fino ad ora la risposta era affidata all’esperienza dell’avvocato, ma da oggi quella esperienza sarà affiancata a strumenti informatizzati; non si sostituisce l’attività del giurista, ma si potenzia». Lo ha spiegato a Roma l’avvocato Luigi Viola,  primo in Italia, e tra i primi al mondo, ad occuparsi di giustizia predittiva. Al tema, tanto affascinante, quanto discusso, è stato dedicato il primo congresso nazionale che si è tenuto al tribunale di Roma, organizzato dalla casa editrice di Trani AdMaiora (che ha sede anche a Roma, Trinitapoli e Corato).

«Si tratta di comporre diritto e scienza, metodo umanistico con metodo scientifico. Il diritto non è così lontano dalla matematica, che è certa e, dunque, prevedibile – continua l’avvocato Viola -. Il grande vantaggio che si può ottenere tramite un approccio algoritmico è la maggiore certezza del diritto e, dunque, della Giustizia, che è una delle massime ambizioni per il cittadino: più certezza del diritto vuol dire più libertà, perché ciascuno sa, a monte, cosa può fare e cosa non può fare».

Nel corso della tavola rotonda, durante la quale si sono confrontati professionisti del settore giunti in capitale da ogni parte d’Italia, è stato presentato il primo software predittivo applicato alla materia tributaria, edito da AdMaiora. Agli intervenuti è stato conferito un prestigioso riconoscimento dall’editore della casa editrice pugliese, Giuseppe Pierro, “Per l’Alto Contributo alla Giustizia”, consegnati dalla conduttrice Rai Adriana Volpe.