Per il movimento “nella riscossione c’è chi fa il bello e il cattivo tempo e così c’è gente che riesce a non pagare persino 45 fatture senza essere distaccato”

 “Ma come è possibile che ci siano utenti che hanno maturato debiti con Amet per 30.628,57 euro, pari a 15 fatture non pagate? Ce n’è uno che deve 6.415 euro per 45 fatture non pagate e un altro 6.017 per 42 fatture non pagate. Come è possibile? Chi ha permesso a questi utenti di maturare questi debiti senza che venisse distaccata la fornitura? Io credo che sia arrivato il momento di denunciare questa autentica “bollettopoli” alle autorità preposte”. E’ quanto afferma Aldo Procacci, capogruppo di Trani#ACapo, secondo cui nel 2015, solo considerando gli importi oltre i 500 euro, ci sarebbero più di 125mila di crediti non riscossi da Amet, ma in bilancio la cifra dei crediti complessivi è astronomica, supera i 14 milioni di euro. “Secondo i dati che emergono dai nostri ultimi accessi agli atti”, prosegue Procacci, “ci sono una cinquantina di utenti attivi con debiti per importi da 5mila a 2,5 mila euro. Perché risultano ancora attivi? Ci risulta, poi, che ci sia un utente cessato il 31 gennaio che ha maturato oltre 86mila euro di debito. Com’è possibile? E soprattutto, cosa si sta facendo per recuperarli?”. “Temiamo che dentro Amet ci sia qualcuno che sulla gestione del credito faccia il bello e il cattivo tempo”, aggiunge Antonio Procacci, portavoce del movimento. “Sui distacchi esistono delle regole o sono a discrezione di qualcuno? Nessun cittadino normale potrebbe arrivare a 42 fatture non pagate. O no? Questo conferma quello che stiamo dicendo da tempo, ossia che il Comune di Trani, con tutte le sue articolazioni, fa il forte con i deboli e il debole con i forti. Questa situazione è intollerabile, denunceremo anche questo e così capiremo chi sta consentendo tutto questo. Non abbiamo potuto ricevere i nominativi di questi utenti per ragioni di privacy, ma se qualcuno finalmente deciderà di indagare forse si scoprirà che tra i morosi tollerati ci sono i soliti amici degli amici”.

Amet per Trani#ACapo è un’azienda “allo sbando”. “Sono trascorsi 9 mesi da quando il sindaco ha conferito il mandato al nuovo amministratore delegato, ma finora non ci sono stati grossi passi in avanti. Del nuovo amministratore delegato sappiamo solo che ha nominato un nuovo consulente legale e che ha indetto la gara per la stesura del piano industriale. Ma dov’è questo piano? Cosa prevede? E il piano di razionalizzazione, che fine ha fatto? E le aziende partecipate di Amet, ad esempio Amet Energia: cosa si aspetta a liquidarla?”.

Quindici mesi di Bottaro e nove mesi di Danisi non hanno prodotto nulla. “Al contrario”, aggiunge Antonio Procacci, “l’immobilismo sta portando l’azienda totalmente alla deriva, senza un minimo di organizzazione interna, con settori completamente allo sbando, come l’ufficio commerciale”. E’ da non credere quello che sta accadendo con la gestione del credito. “Nell’assemblea di approvazione del bilancio il presidente in carica Pappolla parla di svalutazione dei crediti. Non poteva piuttosto pensare ad una efficace attività di recupero? Sapete che significa? Che Amet gran parte dei suoi crediti non li ha recuperati, né li recupererà mai, tanto alla fine saranno i cittadini di Trani a dare ossigeno alla società”.

Crediti destinati ad aumentare in considerazione di bollette sempre più salate a causa dell’incapacità di gestire puntualmente la fatturazione. “E’ stato da poco fatturato il mese di maggio”, continua Aldo Procacci, “nelle bollette non è stato ancora inserito il canone tv, una stangata che a questo punto arriverà tutta insieme alla fine dell’anno”. E per il 2018 cosa si sta decidendo? Si è reso conto questo Cda che in quella data Amet perderà tutta la sua clientela e dimezzerà il proprio fatturato?”.

Intanto a luglio è stato chiuso l’ennesimo bilancio negativo. Colpa anche di altri 700mila euro di interessi passivi maturati sul debito con la Cassa Conguaglio, a cui inspiegabilmente non viene data priorità, pur essendo il più oneroso sul fronte degli interessi. Nell’ultimo anno tra interessi e penalità sono stati gettati dalla finestra quasi 2 milioni di euro dei cittadini di Trani. Non era più facile potenziare l’attività di recupero crediti?”. “In compenso”, prosegue Antonio Procacci, “aumentano gli incarichi legali ed è stato persino deciso di ripristinare l’indennità al Collegio Sindacale, soppressa dal commissario straordinario nel 2015. Di più: non solo vogliono ripristinarla, ma persino transare le indennità non corrisposte per effetto del provvedimento del commissario. Dicono che è dovuta per legge. Quindi la Iaculli l’ha soppressa illegittimamente? E perché non si chiedono i danni al commissario?

“Troppe cose che non quadrano. E’ possibile che nessuno debba prendersene la responsabilità”, si chiede Antonio Procacci. “O vogliamo far finta di nulla solo perché Amet ha un patrimonio più alto di Amiu e quindi la crisi in cui versa non è ancora tangibile da parte dei cittadini? Il fatto è che questo patrimonio viene eroso di anno in anno e prima o poi il Comune arriverà, come per Amiu, a dover mettere mano al portafogli”.