È trascorso un mese dall’incidente della tratta Bari-Nord e proprio oggi, 12 Agosto, la Procura ha fatto un punto chiaro e conciso sulle indagini.

Prima della conferenza stampa il procuratore Francesco Giannella, con il dottor Michele Ruggiero ed il dottor Alessandro Donato Pesce, ha incontrato alcuni rappresentanti dell’Associazione delle vittime del disastro ferroviario: «È stato un incontro molto toccante e doloroso del quale non vi parlerò», durante l’incontro è stato riferito ai parenti ciò che è stato poi comunicato alla stampa.

Le indagini in corso avranno il supporto del Noif, il Nucleo operativo incidenti ferroviari (istituito dopo l’incidente di Viareggio), la Polizia ferroviaria, la squadra mobile di Bari ed il gruppo Tutela spesa pubblica della Polizia tributaria della Guardia di finanza che si occuperà dei finanziamenti dei lavori di ammodernamento della tratta ferroviaria. Tecnici esperti in materia di incidenti ferroviari, un ingegnere dell’Asl – Toscana Centro che si occuperà degli aspetti relativi all’incidente sul lavoro «perché bisogna anche valutare che si tratta di un incidente sul lavoro. Ci sono anche dipendenti morti» ha sottolineato il procuratore. «Stanno tutti lavorando in perfetta sintonia. La Procura non sta trascurando nessun aspetto, ci porterà via molto tempo ma non dobbiamo e non abbiamo nessuna intenzione di trascurare nulla».

Sono stati minuziosamente analizzati i dati di bordo delle “scatole nere” dei treni incidentati ed anche quelle di altri treni in circolazione in quel contesto spazio temporale: «Ci sono difformità cronologiche e disallineamenti su alcune scatole nere. I consulenti ci hanno assicurato che questo costituirà lavoro in più ma non ostacolerà le indagini. Poi bisognerà allineare i dati delle scatole nere dei treni con quelle delle stazioni che incamerano dati. Abbiamo raccolto le videoregistrazioni delle stazioni, quelle all’interno dei treni. Ogni singolo dato è stato raccolto. I due treni, sono entrati in collisione tra loro ma i macchinisti non si sono avveduti neanche un secondo prima dell’incidente che stava per registrarsi».

I macchinisti non hanno avuto tempo nemmeno di tentare una manovra di sicurezza che probabilmente non sarebbe neanche servita. Al momento dell’impatto uno dei treni disimpegnava una curva ad ampio raggio e la sua velocità si attestava sui 100km/h mentre l’altro era in rallentamento perché stava per impegnarla e la sua velocità era di circa 90km/h.

Le indagini ora si svilupperanno anche su altri ambiti di inchiesta, soprattutto in materia di sicurezza. «Sulla rete nazionale e sulle reti locali le normative in materia di sicurezza non sono uguali, questo è uno dei temi che stiamo affrontando con attenzione».

È un problema politico, certo ma la Procura «sta valutando se ci siano gli estremi per responsabilità penali anche in questo. Inoltre stiamo raccogliendo dati interessanti anche a livello nazionale su mancati incidenti o incidenti verificati su tratte a binario unico».