Il consigliere comunale del Partito Democratico Carlo Avantario annuncia l’imminente apertura del nuovo Pronto Soccorso sottolineando però quanto le notizie sull’inaugurazione si muovano in maniera indirettamente proporzionale a quelle sull’assestamento di emergenza-urgenza della struttura. 

«Credo che tutti, utenti, medici, politici di ogni schieramento, siano contenti perché, da una situazione indecorosa dal punto di vista strutturale, insufficiente per un’erogazione di prestazioni mediche e per un’accoglienza umana rispettosa dei pazienti, si passerebbe ad una struttura adeguata alla dignità delle persone che vivono momenti di fragilità. Finalmente la “telenovela” del Pronto Soccorso di Trani si sta per concludere? E chi si preoccupava anche dello spreco di denaro pubblico può tranquillizzarsi?»

Avantario analizza il passato: «Per rispondere agli interrogativi presenti e futuri può essere utile uno sguardo a ieri: è vero che nel 2003, con il primo Piano di riordino ospedaliero della Giunta regionale Fitto, si segnò il destino del nostro nosocomio quando, non avendo “santi in paradiso”, l’ospedale di Trani (allora non si parlava ancora di conversione in “Ospedale Territoriale”, ma solo di chiusure e accorpamenti), cominciò il suo declino con fasi alterne, con qualche ripensamento, con alcune aperture (“Ginecologia e Senologia chirurgica”), promesse non mantenute, con delle note in cui si annunciava ai cittadini una vera conversione del nostro nosocomio in “Ospedale Territoriale” delle meraviglie, al servizio dell’intera Bat, con trasferimenti legiferati ma differiti (Rianimazione, il cui trasferimento a Bisceglie avverrà in questi giorni)».

E conclude: «Infine voglio ricordare che alcuni mesi fa, il Tavolo tecnico comunale  sulla sanità, voluto dal sindaco Amedeo Bottaro, presieduto dall’assessore Felice Di Lernia, formulò una richiesta ben articolata alla Regione Puglia, in cui si sottolineavano alcuni punti non negoziabili, tra i quali il mantenimento del Pronto Soccorso e appunto, l’apertura della sua nuova sede».