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Inaugurata “Novale” la mostra di Giuseppe Salvatori

«Questa è la mostra di Pietro, non la mia. Tutto si è posato, tutto è equilibrato perché è passato attraverso lui»

È stata inaugurata ieri a Trani presso la galleria di Pietro Boccuzzi, RossoQuarantuno, la mostra di Giuseppe Salvatori, “Novale”.

Giuseppe Salvatori, esponente di rilievo della scuola romana e fautore del ritorno alla figurazione, è nato a Roma il 28 novembre del 1955. Esordisce giovanissimo nel 1978: la sua prima mostra personale, titolata Bugiarda, è ospitata negli spazi di Sant’Agata de’ Goti; nel 1980 partecipa a Italiana: la nuova immagine alla Pinacoteca Comunale a Ravenna curata da Achille Bonito Oliva e a Dieci anni dopo: i nuovi nuovi alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna invitato da Renato Barilli.

È impegnato con la Rivista Viva, rivista mensile nata grazie all’incontro di grande personalità: Nicola Bultrini (poeta e critico letterario), Claudio Damiani (poeta), Stas’ Gawronski (autore in Rai di CultBook), Giuseppe Salvatori (pittore) attraverso la presentazione di opere (letterarie, figurative, musicali ecc.) e autori “in carne e ossa”. Una rivista che si fa e realizza in “mezzo alla gente”. Viva nasce con l’intento di presentare, nella confusione mediatica del mondo contemporaneo, opere d’arte nuove e originali, sia nell’ambito delle arti figurative che letterarie, generando incontri e scambi.

Salvatori equipara il proprio sentire pittorico alla poesia, alla forma compiuta e sintetica per eccellenza, quella più rivoluzionaria e dirompente generata dall’intelletto e, seguendo la lezione crociana, che nega ogni abbandono alla casualità e all’irrazionalità, vive la propria attività intellettuale come impegno quotidiano, convinto che essa possa partecipare al movimento più integrale e trasversale della storia, della storia dello spirito umano

Pietro Boccuzzi e l’artista Giuseppe Salvatori si sono incontrati grazie alla stima reciproca e il risultato è una mostra notevole.  Salvatori su “Novale” dice: «Questa è la mostra di Pietro, non la mia. Una mostra che è stata realizzata in due anni, due anni in cui Pietro ha scelto cosa esporre, pezzo per pezzo. Ha costruito un’immagine di me attraverso le sue scelte. In genere, sono gli artisti che decidono invece con Pietro è stato bellissimo perché si è conquistato tutta la mostra meticolosamente, venendo e portando con se ciò che gli piaceva. Lui arrivava sempre preparatissimo. Una mostra che mi somiglia ma per cui non ho faticato. Mi piace. E come assistere ad una mostra, solo che la mostra è la mia.

Amante della critica letteraria perché profetica più che della sociologia dell’arte, Giuseppe Salvatori si sente uno strumento del fare nel momento della piena consapevolezza e maturità: «Con la maturità ti affidi al flusso di coscienza, investo il sentimento, quello che mi passa nel quotidiano, infatti, li chiamo i “petrarchini”, perché sono come dei dizionari amorosi. Prima ero un artista più ideologico, rivendicativo, ero più concentrato sulla conquista dell’arte, ora sono nella fase più matura. L’opera dello sguardo è l’opera dell’apprendistato e poi c’è l’opera del cuore che è quella matura che ti permette di esprimere tutto».

Salvatori è un artista a tutto tondo, che è vive di arte da sempre: «Vivere di arte è avere momenti estremamente felici e momenti molto faticosi. Sono cambiati gli anni. Io sono cresciuto in un clima dove dovevo pensare solo al mio lavoro e non preoccuparmi di altro. Poi dalla metà degli anni ’90 è cambiato il sistema dell’arte e quindi non devi pensare solo a quello che fare, ma anche di sostenerlo. Ed è molto più difficile sostenere l’opera, che realizzarla».

Giuseppe Salvatori è un artista di grande talento e grande spessore, capace di affascinare con le parole oltre che con la sua arte.

La mostra sarà visitabile dal 7 maggio  al 30 giugno 2016
Orari: da Lunedì a Domenica h. 10.00/13.00 – 17.30/21.00

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